A Roma protestano i giornalisti precari della Rai: sostegno da Unirai e Pluralismo e Libertà

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ROMA – “La speranza è che ci siano le correzioni richieste rispetto a una manovra che potrebbe rappresentare un danno per i lavoratori Rai”. Lo ha detto Francesco Palese, segretario di Unirai, intervenendo al presidio dei precari questa mattina a viale Mazzini. Molto partecipata la manifestazione dei collaboratori e programmisti registi che si è tenuta questa mattina davanti alla sede Rai.

“In ogni caso – ha aggiunto Palese – a pagare non potrà essere chi sta aspettando di essere regolarizzato da troppo tempo. I possibili tagli non possono essere un alibi per nessuno. È stata la Corte dei conti a individuare capitoli ben precisi dove la Rai può ottimizzare le sue spese, a partire dalle consulenze esterne”.

“I colleghi che aspettano il giusto contratto – ha spiegato Palese – vantano anche un diritto di precedenza rispetto ad eventuali nuovi inserimenti e vedrebbero inoltre accolte le proprie rivendicazioni da qualsiasi giudice del lavoro”. Secondo il segretario del sindacato dei giornalisti, “questa è una battaglia per la quale l’unità delle sigle sindacali è importante. Ma non siamo noi a voler escludere. L’auspicio è quindi quello di avviare una stagione all’insegna della serietà e della responsabilità da parte di tutti”.

Per gli esponenti della componente sindacale di Pluralismo e Libertà, presente in Stampa Romana e Fnsi, “i giornalisti che lavorano in Rai devono avere gli stessi diritti e doveri. Per questo è necessario risolvere la situazione di tanti colleghi, tra partite Iva e programmisti registi interni, che da anni attendono il contratto giornalistico in Rai”.

E ancora: “Dopo la Fase 1 avvenuta nel 2019, che aveva portato alla stabilizzazione di circa 250 colleghi, in tanti – rimasti esclusi allora o nel frattempo diventati giornalisti – attendono la cosiddetta Fase 2. Attualmente, secondo stime non ufficiali, sarebbero oltre 250 i colleghi che vivono questa situazione. Ovviamente andranno analizzate bene le varie situazioni e i requisiti, ma si devono gettare le basi per la definizione di un nuovo accordo. Accogliamo con soddisfazione la sensibilità al tema dell’attuale CDA Rai, auspicando tempi meno lunghi rispetto agli ultimi anni”.