“Era una domenica pomeriggio ed in sottofondo c’era un disco dei Vulfpeck. Lo ricordo bene perché quei particolari fraseggi armonizzati della chitarra di Cory Wong”
Venerdì 21 maggio 2021 è uscito A tempo terso, il nuovo singolo di Dado Bargioni fuori per Ohimeme (www.ohimeme.com). Si tratta del terzo singolo estratto da un nuovo album in uscita prossimamente, un brano che gioca già nell’ambiguità del titolo:“Terso” suona come “perso”, ma quella piccola consonante cambia totalmente il modo di vedere le cose, in una prospettiva più positiva di visione chiara del mondo, un mondo che ci lascia ogni giorno più soli ed incerti e che ha bisogno di un “Tempo Terso”, appunto.
Dado Bargioni ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“A tempo terso” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
È il brano che con il mio produttore, Luca Grossi (Ohimeme), abbiamo scelto per ripartire. L’anno scorso, dopo due singoli, avrebbe dovuto essere pubblicato “Il Pezzo Mancante”, album su cui abbiamo lavorato molto e che contiene anche questa “A Tempo Terso”. All’improvviso si è fermato il mondo. Oggi è finalmente arrivato il tempo di riprendere quel viaggio. Questa mi sembrava la canzone giusta da cui ricominciare. Può sembrare sia stato tutto un tempo “perso”, ma una consonante può fare realmente la differenza!
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Come dicevo è proprio quella consonante che può cambiare la visione del mondo. Ho sempre avuto un atteggiamento solare e propositivo nei confronti di ciò che mi (ci) circonda. Questa canzone ne è la prova. Adoro quelle mattine in cui, aprendo la finestra, sbam!, come una folgorazione, l’aria particolare che si respira ti arriva al cervello. Diretta. I colori e le luci sono vivide. In quelle giornate, così terse, ti sembra di comprendere meglio il mondo e gli altri. Di questo abbiamo bisogno, di più giorni così. Perciò il tempo “terso”, mai può dirsi “perso”.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Non lo so proprio! So quello che vorrei, ma non sono certo che coincida con le aspettative. Le aspettative tendono un po’ a fregarti perché è come se ti fossi già fatto un film a lieto fine su come andrà, in questo caso sull’accoglienza da parte del pubblico rispetto al nuovo singolo (o all’ album). Pericoloso. Scrivo musica da 36 anni, sono un sognatore ma, dopo tanto tempo, mi piacciono anche i piedi per terra. È chiaro che nel momento in cui decido di uscire con un disco così, su cui ho lavorato tanto e che racchiude la mia essenza, significa che ci credo tantissimo. Spero che il messaggio di A Tempo Terso arrivi forte e chiaro e che in molti si possano riconoscere in questo modo (o mood) di vedere il bello nei particolari! Se così fosse, mi aspetto un’accoglienza entusiastica!
Come nasce il tuo progetto musicale?
Intanto nasce da molto lontano (nel tempo) e si è evoluto crescendo con me. Devo dire che gli ultimi 5-6 anni hanno però segnato un’importante e significativa svolta stilistica e creativa. Per moltissimo tempo da solo a farmi le ossa come “OneManBand”, mentre oggi ho una solida band che mi accompagna dal vivo (Dado Bargioni Quattro +), il che ha contribuito molto a delineare alcuni cambiamenti a livello di sound e di approccio nei confronti dei nuovi brani. Quindi l’incontro con Luca Grossi, due anni fa, che ha portato quella sferzata di energia e di freschezza tutta racchiusa in questo nuovo disco! Dopo essermi preso artisticamente delle discrete soddisfazioni (concerti negli Stati Uniti e canzoni in diverse colonne sonore per cinema e TV) sentivo l’esigenza di un cambiamento. Una nuova sfida. Penso di esserci riuscito e le canzoni che usciranno nei prossimi mesi racconteranno bene questa storia… a partire da A Tempo Terso!