“Questo brano nasce nella primavera del 2019 durante una fase non proprio felice della mia vita, dove mi trovavo a giudicare qualsiasi persona o cosa mi passasse davanti”
Dal 3 giugno 2022 è disponibile in rotazione radiofonica “Abitudine sbagliata” (Pink House Agristudios/Rara Records), il nuovo singolo di Francesco Giordano disponibile su tutte le piattaforme digitale dal 20 maggio. Il principio del pregiudizio, la spontaneità nel giudicare chi non è di nostra conoscenza.. Tutti siamo parte di questo cerchio viziato.. Donne in tiro?! ..Giudichiamo.. Ragazzi svogliati?! Giudichiamo. Approfondire, argomentare e Conoscere.. Per poi eventualmente giudicare. Toccar con mano per non cadere nel solito errore. Tutto questo, Per abitudine.
Francesco Giordano ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Abitudine sbagliata” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
Il brano si presenta con svariati esempi riguardanti il tema del pregiudizio visto sotto un punto di vista prettamente negativo. Avere dei pregiudizi tante volte provoca in noi una sorta di “blocco” verso un qualcosa o verso una persona, è come trovarsi di fronte ad un muro invisibile cosi alto da non permettere a noi stessi di sperimentare con certezza il fatto concreto o la realtà dei fatti.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Sicuramente tre aspetti fondamentali per prevenire questo fenomeno del pregiudizio, i quali sono tutti sinonimi fra loro: conoscere, approfondire, argomentare. Siamo sempre vissuti e viviamo tutt’ora in epoca di continui pregiudizi (negativi) verso il prossimo o verso un’entità materica; il giudizio di per se è già un’azione scorretta da compiere visto che ogni essere umano è un complesso di errori. Credo sia utile vivere tutti i giorni della nostra vita nella crescita e nella costante esperienza della conoscenza e ricerca di tutto ciò che ci circonda.
C’è anche un videoclip, come si caratterizza?
Il protagonista è alla guida della sua macchina, disegna lui il suo percorso. Con una semplice metafora vediamo associarsi il percorso in macchina con il percorso nella vita di ognuno di noi, nel corso del quale ci imbattiamo in una serie di personaggi ai quali siamo soliti dare delle etichette, stereotipandoli e partendo da una visione di diffidenza iniziale. Quando poi ci accompagnano nel nostro percorso, condividendo un pezzo di strada insieme lunga o breve che sia, impariamo a conoscerli e la visione di loro cambia, il pregiudizio lascia quindi spazio al giudizio, sempre personale, ma basato su una conoscenza diretta e condivisione.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Molto semplice, il solo fatto di ascoltare ed emozionarmi e allo stesso tempo sognare ad occhi aperti provoca in me una sorta di terremoto interiore di sensazioni senza il quale non potrei vivere. Devo essere costantemente preso ed attratto da interminabili emozioni che solo la musica riesce a darmi. E’ iniziato tutto molto per caso quando una sera, all’oratorio del mio quartiere, presi il microfono ed incominciai a cantare “home” di Michael Buble. Nei giorni successivi mi contattò una cara amica di famiglia e mi chiese se avessi avuto intenzione di partecipare ad un concerto di beneficenza per la fame in Africa. Senza tergiversare accettai e mi esibii in questo teatro.