BRUXELLES – L’Eurodeputato Danilo Oscar Lancini (Lega) interviene sul segnale di allarme lanciato dalla Corte dei Conti europea (ECA) in merito agli accordi commerciali bilaterali che ben 15 Stati Membri, compresa l’Italia, hanno stilato nell’ambito di due progetti strategici con la Cina: si tratta della “Nuova Via della Seta” per quanto riguarda infrastrutture e connettività, e della “Made in China 2025” per la strategia industriale.
«L’allarme – spiega Lancini – si riferisce a molteplici rischi di natura politica ed economica connessi al fatto che un approccio frammentato rischia di favorire il “divide et impera” ed indebolire la nostra effettiva capacità negoziale. Gli investimenti cinesi riguardano soprattutto settori sensibili come l’energia, le telecomunicazioni, i trasporti e le infrastrutture, mentre più della metà di tali impegni economici è realizzato da imprese direttamente o indirettamente controllate dal governo cinese. Tali sussidi potrebbero di fatto configurarsi come “aiuti di stato”, generando disparità di trattamento e falsando la concorrenza interna fra i Paesi Membri.
Il caso che ha fatto scalpore è quello del ponte di Pelješac in Croazia, costruito grazie ad un finanziamento dei Fondi di Coesione europei per 357 milioni di euro: le autorità croate hanno assegnato il contratto ad un consorzio cinese, andando di fatto a finanziare con risorse UE un’opera inserita nell’iniziativa del governo cinese della “nuova Via della Seta”.
Infine – prosegue Lancini – la Corte dei Conti ha individuato il concreto rischio che singoli stati europei accumulino un debito eccessivo verso la Cina o che le nostre imprese siano costrette a trasferire tecnologie e know-how a tale Paese: si verificherebbe insomma un impatto molto negativo sulla reciprocità e sulla parità di condizioni sul mercato. A tutto questo si aggiunga infine il tema dell’approvvigionamento di produzioni strategiche, gli investimenti nei settori sensibili per la sicurezza ed il sempre presente rischio sanitario, che purtroppo abbiamo imparato a conoscere bene».
Infine Lancini si chiede: «Qual è quindi la morale? Gli esponenti del Governo italiano – specialmente i Cinque Stelle – dovrebbero riflettere attentamente su questa situazione e ribaltare la loro politica di appiattimento e di sudditanza nei confronti della Cina. Da parte mia, in qualità di membro della Commissione “Commercio Internazionale” proseguirò nella difesa delle nostre aziende dalla concorrenza sleale cinese, distinguendo attentamente fra opportunità e rischi».