“I mesi estivi – aggiunge – sono stati evidentemente passati senza capacità di programmazione a livello locale, regionale e nazionale. Il governo ha previsto una regola assurda che consente di occupare l’80% dei posti perché dopo anni di politiche neoliberiste di taglio del tpl non ci sono mezzi e personale a sufficienza per affrontare l’emergenza. Questo accade anche perché invece di nazionalizzare le aziende italiane che producevano bus si è consentito di chiuderle per ragioni di mercato dell’industria automobilistica. L’assenza di programmazione e intervento pubblico pesa anche in questo caso”.
Per Acerbo “i sindaci dovevano intervenire in qualità di responsabili della salute pubblica. Ma pare che mediamente, da Roma a Milano e in quasi tutte le città, appaiono latitanti. La società di trasporto pubbliche dovrebbero garantire l’aumento delle corse. Lo stesso dovrebbero fare ferrovie in accordo con governo e regioni. Se non ci sono i mezzi si possono reperire con provvedimenti autoritativi nei confronti delle società private a cui è stato dato un enorme spazio di mercato che poteva essere coperto dal pubblico e i cui utili potevano essere reinvestiti nei servizi essenziali per i cittadini. Province, comuni, regione con direzioni scolastiche, presidi, coinvolgendo aziende e sindacati dovrebbero fare piani dei tempi regolando orari in maniera scaglionata per evitare che si creino imbuti”.
Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista conclude con queste parole: “Vedere le scene di metropolitane strapiene a Roma e Milano dà l’idea della latitanza di poteri pubblici o incompetenti o troppo impegnati a far fare affari agli immobiliaristi. Non dovrebbe essere difficile mettere del personale a regolare entrate garantendo distanziamento. Agli studenti consiglio di entrare in sciopero finché non saranno garantiti trasporti sicuri e ai genitori consiglio di protestare. Non si può predicare ai gestori di locali e poi creare assembramenti pericolosi sui servizi pubblici. Invece di discutere di fesserie come la presunta “dittatura sanitaria” o il negazionismo impegniamoci per risolvere come comunità i problemi che il Covid fa emergere. Perché sia chiaro: gli autobus sovraffollati non ci dovrebbero essere neanche in tempi normali. Organizziamo in tutta Italia la protesta per questa situazione insostenibile”.
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