«La Consulta – dichiara – ha bocciato il meccanismo di calcolo che legava solo all’anzianità il calcolo del risarcimento a lavoratori e lavoratrici licenziati. La sentenza rappresenta un passo avanti perché cancella una norma che rendeva irrisorio il risarcimento. Ora il giudice potrà riconoscere fino a 36 mensilità e quindi aumenta la tutela almeno economica di chi viene licenziato. Certo, rimane un sistema di tutela esclusivamente monetario mentre l’originale articolo 18 tutelava la dignità e la libertà di chi lavora, con il diritto alla reintegra in caso di licenziamento senza giusta causa. Noi continuiamo a batterci perché venga ripristinato (ed esteso) l’obbligo di reintegra in caso di licenziamento illegittimo, come avveniva prima del Jobs Act e prima della legge Fornero».
Questa sentenza, conclude Acerbo, «ci ricorda che il Jobs Act scritto da Confindustria e approvato dal PD è una schifezza e che il governo gialloverde non l’ha ancora abolito come si era impegnato a fare».
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