Adesso Cera è il nuovo singolo di Lena A. disponibile da venerdì 18 dicembre 2020 (il brano segue il singolo d’esordio Tra le dita ft. Giovanni Carnazza, pubblicato a settembre). Si tratta di un secondo capitolo per la cantautrice di Napoli che mescola emozioni, un’attitudine da timida cantautrice con un’anima più ossessiva, elettronica e notturna.
Lena A., che continua la collaborazione con il produttore di Roma Giovanni Carnazza, descrive i sentimenti che più ci rendono immobili, il giudizio sociale, come ci vogliono gli altri e come ci sentiamo finalmente quando, semplicemente, capiamo che non ce ne importa più.
Giocare a nascondino con le proprie ansie e paure sembra salvifico all’inizio: le rinchiudi nei cassetti, sotto le lenzuola, le sommergi di sabbia, sperando che non facciano più rumore. Invece loro crescono, ti immobilizzano, arrivano a soffocarti, lasciano che il panico prenda il sopravvento su di te, finché non comprendi l’unica cosa da fare: smetterla di vivere secondo giudizi altrui e ascoltare ciò che hai sempre ignorato per poter correre libero, salvare te stesso e urlare “31 salvi tutti”.
L’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Adesso Cera” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
Adesso Cera è un brano che mescola il pop all’elettronica. È un singolo che racconta di ansie, giudizi, del panico di vivere sempre con il dito puntato contro. Il testo è intimistico, mentre la musica è un crescendo di strumenti e colori, col suo climax nel ritornello finale, il punto del brano che rappresenta la rinascita.
Il brano segue il singolo d’esordio “Tra le dita”, che accoglienza ha avuto?
Tra le dita è stato il primo passo nel mondo pop cantautorale italiano. Il mio bussare alla porta e chiedere “permesso posso entrare?”. È stato ascoltato molto, l’anteprima del video su Bossy è stata una grande soddisfazione e proprio questo singolo mi ha portato a far parte di Uma Records. Dunque direi che l’accoglienza è stata molto, molto proficua!
Continui così la collaborazione con il produttore Giovanni Carnazza, com’è nato questo connubio e con quali presupposti?
Giovanni ed io ci siamo conosciuti a dicembre 2019 e dal nostro incontro fortuito è nata una collaborazione nutrita dalla stima e dalla giustapposizione di idee e di pensieri. La sua vena elettronica e il mio stampo acustico si incastrano come tessere di un puzzle.
Le parole e la musica sono il fil rouge della tua vita, perché?
Credo esistano situazioni, esperienze, oggetti, persone legate da un filo rosso. Passa il tempo, ma ce le si ritrova sempre davanti, indelebili nella propria vita. Ovunque mi giro trovo musica e parole che mi parlano ed io parlo con loro: sono io mio modo di stare al mondo.
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