Tecnologia

Ai-boarding, cos’è: sta esplodendo un nuovo trend

ernesto di iorioernesto di iorio

Basato sull’applicazione dell’AI per velocizzare e perfezionare i processi d’inserimento dei neo dipendenti all’interno dei workplace

“Nessuno di noi è in grado di fermare lo sviluppo tecnologico: perché è qualcosa che cammina per conto suo attraverso sterminate ramificazioni che si estendono ormai in tutto il mondo”: mai banali le parole di Piero Angela che, considerando l’evoluzione digitale in atto al giorno d’oggi grazie alla diffusione a macchia d’olio dell’intelligenza artificiale, risultano più che mai attuali. Conferme in merito giungono da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto della tech company made in Italy QuestIT, parte integrante del gruppo Vection Technologies, secondo le quali l’AI, giorno dopo giorno, sta prendendo sempre più forma e contenuto all’interno degli uffici a 360°. Dai colloqui esplorativi alla creazione di report, fino all’ideazione di strategie impattanti, ma non solo. Stando a quanto specificato dagli esperti del settore, c’è un nuovo trend in ascesa: si tratta dell’AI-boarding.

Entrando più nel dettaglio, l’artificial intelligence viene sempre più implementata dalle aziende globali per migliorare e, allo stesso tempo, velocizzare proprio i processi di onboarding, vale a dire quelli legati all’inserimento dei neo dipendenti una volta assunti dalle imprese di appartenenza. Il principale motivo dietro a questa scelta rivoluzionaria? Sicuramente l’insoddisfazione dei professionisti. Sotto questo punto di vista, spunti interessanti arrivano da HR Magazine: nel solo Regno Unito, infatti, oltre un dipendente su 2 (54%) che lavora in ufficio si definisce insoddisfatto della propria esperienza di onboarding. Ma non è tutto perché il trend risulta di portata globale: stando ai risultati di un’indagine proposta da Human Resources Director Magazine, che ha coinvolto anche USA e Australia oltre al Regno Unito, un lavoratore su 4 risulta insoddisfatto della propria esperienza di orientamento e formazione.

Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale in quanto soluzione utile ad invertire il trend, ma non solo. La tecnologia del momento, come evidenziato da Business Research Company, sarà il trampolino di lancio per il mercato delle piattaforme dedicate all’onboarding dei dipendenti. Infatti, l’asset globale, dopo aver sfiorato i due miliardi di euro di ricavi nel 2024, registrerà entrate più che raddoppiate entro i prossimi 4 anni, superando così quota 4 miliardi (+146%). Ulteriori indicazioni interessanti sul tema arrivano da una serie di esperti del settore come, ad esempio, Ernesto Di Iorio, CEO della tech company QuestIT by Vection Technologies: “L’artificial intelligence è come se fosse un pedale dell’acceleratore perché rende tutto più immediato ed efficace, anche sul posto di lavoro. Non è un caso che, come indicato di recente da Class CNBC, solo negli USA ben 9 organizzazioni su 10 sfrutteranno le potenzialità della nota tecnologia per migliorare i processi di onboarding interni.

In quanto realtà di spicco del settore dal forte respiro internazionale offriamo soluzioni ad hoc a una vasta gamma di organizzazioni tra cui Axera, realtà del settore TLC & ICT. In questo caso specifico, stiamo sviluppando per loro un sistema multi-agent che metterà a disposizione più assistenti virtuali capaci di conversare e supportare i professionisti in carne ed ossa in ogni fase operativa, tra cui, appunto, quelle legate all’inserimento post assunzione e alla conoscenza della nuova azienda di appartenenza a 360°. Ci tengo, però, a precisare che questa tipologia di supporto e formazione tramite AI va proposta in forma continuativa non solo ai neo assunti, ma a tutti i professionisti delle diverse aree operative. In questo modo, non solo vengono colmate eventuali lacune dei singoli «worker», ma le aziende possono restare al passo dei competitor, o addirittura superarli, e soddisfare le richieste del mercato di riferimento grazie proprio al valore dei loro team, aggiornati day by day attraverso corsi e sessioni «AI addicted»”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si dimostra anche un’altra esperta del settore, anch’essa del Bel Paese, ovvero Luana Lo Piccolo, AI Governance & Legal Strategist: “L’adozione dell’IA nei processi di onboarding sta crescendo esponenzialmente. Tuttavia, questa crescita non è priva di sfide. L’IA non è una panacea: la sua implementazione nell’onboarding dev’essere bilanciata con considerazioni di governance, compliance e impatti etici. Un utilizzo superficiale rischia di creare un’esperienza impersonale o di amplificare bias nei processi di selezione e formazione. Affinché questa trasformazione sia efficace, le aziende devono adottare framework di IA responsabile, che garantiscano trasparenza, equità e un reale valore aggiunto per i nuovi dipendenti.

I vantaggi legati all’applicazione dell’AI in ottica onboarding? Innumerevoli perché la tecnologia, che può essere utilizzata sotto forma di avatar, AI Agent o piattaforme di ultima generazione, può gestire attività ripetitive e burocratiche in totale autonomia. Ma non solo, l’intelligenza artificiale offre una personalizzazione consapevole, attraverso l’attività di analisi dei dati, supporto continuo e costante, facendo in modo che l’intero processo diventi efficace attraverso il giusto mix tra tecnologia e relazione, e, infine, monitoraggio e valutazione con criterio. Sotto questo punto di vista, l’IA può tracciare progressi e feedback, ma servono metriche chiare per evitare che l’efficacia dell’onboarding venga misurata solo con parametri quantitativi anziché qualitativi. In sintesi, il valore dell’intelligenza artificiale in questo contesto non sta solo nell’efficienza, ma nella capacità di creare un processo equo, inclusivo e realmente utile per chi entra in azienda”.

Restando sulla stessa lunghezza d’onda gli esperti coinvolti identificano i principali trend che caratterizzeranno l’AI-boarding, ovvero l’applicazione della tecnologia del momento con l’obiettivo di perfezionare i processi d’inserimento dei neo dipendenti all’interno dei workplace. In primo luogo, viene messa in risalto l’artificial intelligence in qualità di “welcoming colleague”: nello specifico, l’intelligenza artificiale, sotto forma di avatar, condivide una mail o un video messaggio ad hoc di benvenuto al neoassunto, specificando anche qualche dettaglio utile e allo stesso tempo curioso sulla nuova vita aziendale ormai alle porte. Ma questa non è l’unica novità degna di nota: l’AI potrà scendere in campo anche in versione “document hunter”: infatti, in veste di piattaforma all’avanguardia, sarà molto utile nella fase di raccolta documenti e condivisione materiali di ogni tipologia ai nuovi candidati che, durante il primo giorno di lavoro, vogliano subito mettersi in gioco e capire con quali task possano subito mettersi alla prova. Per ultimi, ma non meno importanti, ecco la cosiddetta “orientation guard”, vale a dire un’assistente virtuale che offre sessioni di formazione specifiche per ruolo e video tour interattivi della company di riferimento, l’”AI Gamification Teacher”, cioè avatar che a cadenza variabile propongono quiz e test mirati per capire il livello di formazione e preparazione dei nuovi arrivati, e, infine, il “progress generator”, il quale, una volta terminato il periodo di prova dei neoassunti, ne identifica i punti di forza e offre soluzioni utili ad eliminare eventuali lacune.

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