VENEZIA – “Quest’anno al Festival di Venezia, il primo grande appuntamento cinematografico dopo la pandemia, c’è anche tanta CNA. Sono ben quattro, infatti, i film di associati alla Confederazione sbarcati in laguna”. A dichiararlo è il presidente nazionale di CNA Cinema e Audiovisivo, Gianluca Curti.
Spaccapietre dei fratelli De Serio – prodotto dal presidente CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte, Alessandro Borrelli – sarà in sala a Venezia dal 7 settembre, unico film italiano in concorso alle Giornate degli autori. Qui, arte e biografia personale si intrecciano inseparabilmente, prendendo spunto da un fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro di una bracciante pugliese.
Alla 35esima edizione della Settimana internazionale della critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato nazionale critici cinematografici italiani, l’unico film italiano in concorso è il lungometraggio Non odiare, di Mauro Mancini, con protagonista Alessandro Gassman nei panni di un affermato chirurgo di origine ebraica. Il film, prodotto dall’associato Mario Mazzarotto, e frutto di una coproduzione Italia/Polonia, avrà la sua proiezione il 6 settembre al Lido di Venezia e uscirà nelle sale italiane il 10 settembre.
Altri due film, entrambi fuori concorso, portano firme CNA. Sono Agalma e James. Prodotto da Antonella Di Nocera, presidente di CNA Cinema e Audiovisivo Campania, Agalma, ambientato nell’illusoria immobilità del grande edificio borbonico che ospita il Museo archeologico nazionale di Napoli, racconta le relazioni intime e invisibili che nascono tra i visitatori e gli incantevoli tesori di arte classica. Il documentario James di Andrea Della Monica – co-sceneggiato dall’associato Davide Mastropaolo – intende restituire un ritratto dell’artista James Senese, dopo cinquant’anni di carriera e una lunga ricerca della propria identità, riversata nella musica. James verrà proiettato il 5 settembre all’interno delle Giornate degli autori, per il programma Notti Veneziane all’Isola degli Autori.
“Insomma, un bel modo per riappropriarci della nostra normalità con una partecipazione a un Festival tutt’altro che ordinario”, conclude Curti.