Cultura

Il senso della vita nelle poesie di Alda Merini

Che cosa vuol dire essere poeti? Chi sono i poeti? Domande queste alle quali non è poi così facile rispondere

Scrivere poesie richiede ricerca interiore, richiede immaginazione che poi magicamente viene tramutata in versi. È quanto affermava Alda Merini, una delle più grandi penne della poesia italiana, la “poetessa dei navigli”.

Essere poeti vuol dire avere la capacità di profetizzare e prevedere, avere il colpo di genio in grado di emozionare, vuol vuol dire nascere sotto un altro cielo, che spesso ti porta ad essere diverso, talvolta ti porta a vedere cose che gli altri faticano a scrutare. Una delle poesie che forse spiega meglio la situazione del poeta, scritta proprio da Alda Merini è “Son nata il 21 a primavera”.

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

In questo componimento traspare sicuramente che il fatto di nascere poeta talvolta ti porta ad essere “folle” ti porta a vivere in una dimensione interiore più profonda che si realizza nella continua ricerca del bello e talvolta del significato della vita. Spesso, durante la nostra esistenza ci chiediamo quali siano le nostre necessità e talvolta ci rifugiamo nel materialismo più del dovuto, come se tutto ciò che serve è riconducibile solo e soltanto alle cose.

Spesso però, per vivere meglio è molto più utile altro, come l’amore, i sentimenti, i sogni, forse è proprio qui che si deve ricercare il bello e non nelle cose frivole. Tutto ciò è ben riassunto nella poesia “Io non ho bisogno di denaro”.

Io non ho bisogno di denaro
Ho bisogno di sentimenti
Di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori, detti pensieri,
di rose, dette presenze,
di sogni, che abitino gli alberi,
di canzoni che faccian danzar le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti…
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia le pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini affermava che non siamo noi a dare senso alla vita ma è la vita stessa che ci da un senso, per cui dovremmo imparare ad ascoltarla, dovremmo imparare a farla parlare, ovvero metterci nella condizione di poter recepire i suoi insegnamenti. Potrà sembrare una cosa molto difficile dobbiamo accettare anche il male e non discutere mai da che parte arrivi, ansi, accettarlo e farne un vestito incandescente per la nostra anima, trovando la forza di trasformarlo in altruismo e amore per gli altri.

Questa è la bellezza della vita, bellezza che non si identifica nelle cose materiali ma in quello che troviamo dentro la nostra anima. Bisognerebbe imparare a vivere distaccandosi dal materialismo, dare più importanza allo spirito, alle persone, alle amicizie, ai rapporti, il senso della vita si trova nell’interiorità e nel sentimento e non sempre la felicità può essere misurata con la materia. Questo è uno dei compiti più ardui cui deve assolvere la poesia.

Condividi
Pubblicato da
Marco Del Mastro

L'Opinionista® © 2008-2024 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network - Notizie del giorno - Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube