MILANO – Si chiama “Leo Messi. Il migliore giocatore di tutti i tempi” il nuovo libro di Alessandro Ruta ed é disponibile online. Un testo in cui sono raccontate, fin dall’inizio, tutta la vita e la fantastica carriera del Campione argentino, entrate ormai nella storia del calcio: una partita, quella del miglior giocatore di tutti i tempi, tra difficoltà e trionfi, strabilianti gol e imprese sportive, da leggere tutta d’un fiato. Noi de “L’Opinionista” abbiamo incontrato l’autore: ecco cosa ci ha detto.
Quando é nata l’idea di scrivere questo libro e perché hai scelto Leo Messi piuttosto che Cristiano Ronaldo?
“Questo libro è la seconda edizione, se così si può dire, della prima versione uscita nel novembre del 2019. Abbiamo aggiunto le ultime vicende di Messi al Barcellona e la telenovela per arrivare al Psg, più la Copa America vinta in estate”.
Quanto tempo hai impiegato per scriverlo?
“Per questa ‘appendice’ un paio di settimane”.
Come sei arrivato a ricostruire la biografia integrale di questo straordinario Campione?
“Tante letture, tanti video, gli archivi dei quotidiani, specie quelli spagnoli”.
Hai visto anche il film biografico del regista spagnolo Alex de la Iglesia dove sono state utilizzate immagini esclusive che ritraggono Messi da bambino?
“No, non l’ho mai visto”.
Di Messi giocatore si conosce ormai tutto o quasi. Parliamo piuttosto del “Messi uomo”, con qualche curiosità e aneddoto…
“Che in realtà è un ragazzo uguale a tanti 34enni, che ama il suo lavoro più di tutto, dategli una palla e non se ne staccherà mai. Poi è un tipo molto riservato, che in questo mondo di stelle ultra-esposte non fa male”.
Nel libro si parla anche delle origini di Recanati di Leo Messi, che forse non tutti conoscono …
“Certo, i suoi antenati partirono dalle Marche per andare a Rosario, città-granaio dell’Argentina. Ne parlo diffusamente nel primo capitolo ricordando come Leo non sia stato il primo Messi ad arrivare a Barcellona”.
Raccontaci di quel primo contratto firmato su un tovagliolo di carta…
“Fu un colpo di genio di Charlie Rexach, a cui il Barcellona deve tutto, una cosa totalmente improvvisata ma che ha cambiato la storia del calcio e che è nel museo del club”.
Leo Messi e la malattia di cui ha sofferto da bambino. Oggi é Ambasciatore Unicef e titolare di una Fondazione che porta il suo nome … Parliamo del suo impegno nel sociale.
“Anche qua la fa senza sbandierarla troppo. Ne parlo nell’appendice del libro anche, che durante la pandemia si è premurato che tutti quelli dello staff del Barcellona, diciamo quelli con uno stipendio più basso del suo, ricevessero regolarmente i loro soldi”.
Credi che le lacrime versate da Messi nella conferenza stampa in cui ha annunciato di lasciare il Barcellona fossero vere?
“Assolutamente sì, anche perché, come detto, lui è molto riservato e stava per prendere una decisione epocale davanti a miliardi di occhi”.
Infine, cosa rappresenta per te Messi?
“Un grandissimo professionista, un genio del pallone, un calciatore che ha segnato per sempre un’epoca”.
Alessandro Ruta è nato a Milano nel 1982. Vive tra l’Italia e Bilbao, nei Paesi Baschi. Giornalista, ha lavorato alla «Gazzetta dello Sport» e a Mediaset. Per Diarkos ha pubblicato Leo Messi. La Pulce (2019), Francesco Totti. Solo un capitano (2020), Marilyn Monroe. Voglio solo essere meravigliosa (2020) e Audrey Hepburn. La farfalla di ferro (2021).
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