Le allergie respiratorie, tra cui la rinite e l’asma, rappresentano un costo medico e economico rilevante a livello mondiale. Uno studio recente ha stimato che in Italia il peso complessivo di queste patologie e delle loro complicazioni sia di circa 74 miliardi di euro, il 27% per i costi indiretti (la perdita di produttivita’) e oltre il 72% per quelli diretti (farmaci e ricoveri in ospedale).
Secondo l’Aaiito, le allergie aumentano ma gli specialisti che se ne occupano diminuiscono. In Italia le strutture di allergologia, universitarie, ospedaliere e territoriali, gia’ distribuite in modo disomogeneo sul territorio, stanno subendo un calo ulteriore. Allo stesso modo, si riducono gli specialisti in regime di convenzione con le aziende sanitarie. Fenomeni legati alla programmazione regionale carente e alla mancata sostituzione dei medici in via di pensionamento.
Si e’ ben lontani, quindi, dagli standard previsti dai Livelli essenziali di assistenza, non solo massimi (due) ma anche minimi (una), di strutture complesse di allergologia per milione di abitanti.
“L’attuale decreto ministeriale sull’appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale rende impossibile coniugare la possibilita’ di essere visitati da un allergologo con il numero di pazienti in attesa di un consulto”, ha spiegato Maria Beatrice Bilo’, presidente dell’Aiito. “Lottiamo quotidianamente con l’aumento delle malattie allergiche e il contestuale insufficiente numero di specialisti sul territorio”, ha aggiunto.
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