Amadeus a Rtl 102.5: “Sto riflettendo se rifare Sanremo”

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MILANO – Amadeus è intervenuto questa mattina ai microfoni di Rtl 102.5 durante “Non Stop News” per parlare della sua esperienza alla conduzione del Festival di Sanremo 2020.

Nella conferenza stampa di chiusura del festival tu hai parlato di felicità: proviamo ad esplorarla.

La felicità è data da una serenità che uno acquisisce, da un clima bello, dalle persone che ti vogliono bene, anche non quelle che hai comunemente vicino sempre in tutti i momenti positivi e negativi ma l’affetto della gente che è tantissimo. quello ti dà uno stato di felicità notevole. La felicità è data anche da un lavoro fatto bene, sono tante cose: il lavoro, lo sport, la passione, la soddisfazione per un obbiettivo raggiunto. Abbiamo diritto a provare ad essere felici.

La mente corre ai grandi risultati ma non può essere tutto legato solo agli ascolti.

Quando io ho cominciato a lavorare a Sanremo già ad agosto avevo le idee ben chiare, nel senso che ho lavorato per questo ed era questo il Sanremo che volevo fare, malgrado le polemiche che capivo essere assolutamente sterili perché io so come sono. Io ero tranquillo, sereno e non ho mai avuto una reale preoccupazione perché stavo per fare la cosa che ho sempre sognato per tutta la vita. Ero tranquillo e mi sono goduto questo momento che sarà per me indimenticabile.

Dopo “Ricomincio da Tre” il grande Troisi disse che aspettava il terzo film perché con il secondo tutti si chiedevano se avrebbe avuto lo stesso successo. Tutti a chiederti se rifai Sanremo. Sì o no?

Oppure per usare un parallelismo calcistico è: “Dopo un triplete è difficile vincerne un altro l’anno dopo”, quindi ci vuole pazienza. In questo momento qualsiasi mia risposta positiva potrebbe essere dettata dall’entusiasmo e quindi è pericoloso e qualsiasi no potrebbe essere dettato dalla stanchezze e altrettanto pericoloso. Adesso ci si prende qualche giorno di tempo e poi si riflette: è pur vero che, per come sono fatto io, sono felice di essere tornato alla mia quotidianità fatta del mio ‘Soliti Ignoti’ tutti i giorni, dalla famiglia e dalle cose che amo fare tutti i giorni. Sanremo è un grande evento e se uno deve prepararlo come un evento è difficile farlo due anni di seguito. Però attendo di capire da me stesso, dopo ancora qualche giorno di riposo, che cosa è meglio fare per il Festival, per me e per tutti quanti. Bisogna avere la mente carica per poterne fare un altro nel migliore dei modi perché i risultati, ovviamente, capodanno l’obbligo di doverlo fare, quando sarà un altro, al meglio.

Questo Sanremo 2020 sarà ricordato anche per alcuni momenti molto particolari come i ricordi di Fabrizio Frizzi o il momento dedicato a Paolo. Situazioni emozionanti senza scadere nel pietismo.

Io sono contento che si ricordi questo perché quelle sono cose che nascono spontanee. Io non riesco a mentire, non amo le ipocrisie o le cose pompose per fare audience o pubblicità o per mettermi una medaglia al petto. quando faccio una cosa l’idea è di farla con il cuore e quando ho chiamato Carlotta Mantovan dicendole che avrei avuto piacere perché era il compleanno di Fabrizio lei mi ha risposto: “Solo perché me lo hai chiesto tu e mi hai spiegato come lo vuoi fare vengo volentieri”. L’ho fatto esattamente come ho spiegato a lei, come si dovrebbe fare tra due amici e gli amici non siamo solo io e Fabrizio ma il pubblico perché credo sia una delle persone più amate della storia della televisione e il pubblico avrebbe festeggiato così, anche perché lui non amava le cose pompose ma era una persona assolutamente discreta e di una simpatia contagiosa. La stessa cosa per Paolo, l’ho invitato il giorno dopo che non era passato alle selezioni successive dei giovani e anche con lui ci siamo sentiti più volte al telefono e doveva essere lui il protagonista non solo per la canzone ma per permettergli di raccontare ciò che ha voluto raccontare. Ha scritto quella lettera e mi ha chiesto di poterla leggere e gli ho detto assolutamente sì, non ho pensato all’audience o ad altro ma solo la possibilità di realizzare il suo sogno come io stavo realizzando il mio.

Cosa hai provato quando hai presentato Benigni?

Ci siamo sentiti una volta, dove lui mi ha fatto sapere che stava riflettendo sul fatto di venire al Festival di Sanremo e questa cosa mi ha sorpreso, era quasi nove anni che non veniva e allora ci siamo incontrati. Abbiamo fatto un piacevolissimo pranzo insieme, è una persona di una semplicità e simpatia travolgente, e mi ha detto: ‘Se a te fa piacere vorrei venire a Sanremo’. Io gli ho detto: ‘Mi fa piacere e ti vengo a prendere ovunque tu sia perché per me è una grande gioia’ e non ho voluto sapere minimamente che cosa avesse presentato. Ho detto: ‘No Roberto, per me sei un assoluto fuoriclasse, sei un premio Oscar, tu puoi venire sul palco di Sanremo e dire e fare ciò che desideri. Io non voglio sapere niente e sarà una sorpresa anche per me’. Devo dire che è stata una cosa molto alta, particolare, fortissima, che rimarrà nella storia del Festival.