“I Comuni montani si stanno popolando perché troppo lontani o carenti dal punto di vista dei servizi essenziali. Quello dell’acqua a disposizione della popolazione, delle imprese e delle industrie è cruciale: è assurdo pensare che territori come i nostri, ricchi di fonti non le sfruttino e lascino i cittadini a combattere con la siccità d’estate e le alluvioni in autunno. La necessità di intervenire sul tema acqua per l’Appennino non può essere messa in discussione: e l’approvvigionamento dal basso non è una soluzione efficace. Credo fermamente che il nostro territorio trovi nella costruzione di nuovi invasi una grande opportunità: invasi che potrebbero proteggere i nostri paesi, le nostre famiglie, i nostri campi, le nostre aziende dal rischio della siccità e potrebbero permettere ai nostri territori di svilupparsi arrestando lo spopolamento”. Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia Romagna e Sindaco di Tredozio (FC) in apertura dell’incontro organizzato con gli assessori regionali Mammi e Priolo, i sindaci di Modigliana, Portico e Premilcuore, Romagna Acque, Atersir, Hera, Consorzio di Bonifica, dedicato al tema dei nuovi invasi nell’Appennino Tosco-Romagnolo.
“L’acqua, la sua tutela, il suo sviluppo è ormai evidente, è una delle risorse su cui nel prossimo futuro ci sarà richiesta una gestione sempre più virtuosa – incalza la parlamentare azzurra -. Non sprecarla, risparmiarla, non inquinarla, utilizzarla in modo consapevole e razionale: questi sono i nuovi Comandamenti relativi a una risorsa vitale per le persone, il territorio, le attività produttive e imprenditoriali. Quanto sia cruciale l’acqua per i nostri territori e quanto, allo stato attuale, i comuni montani rischino di vedere compromesso il proprio approvvigionamento quotidiano, ma anche l’importanza della sua regimazione dall’alto è un’evidenza nota: penso all’alluvione di settembre 2014, quando un fiume di fango ha travolto il centro di Tredozio e mi costrinse a dichiarare inagibili alcune abitazioni e distrusse il ponte di piazza Vespignani, ritrovato 30 km più a valle. I danni milionari che investirono anche Faenza si sarebbero evitati se fosse già stato fatto un bacino di contenimento ed accumulo delle acque a monte. In tempi più recenti, nell’estate 2017 sia Tredozio che Modigliana sono rimaste senza acqua per un giorno intero e proprio a Modigliana a lungo diverse zone del paese rimasero senz’acqua per carenza idrica causata dall’eccessiva e prolungata siccità: ricordo il fiume Tramazzo in secca, come una strada romana, e le autobotti che raggiungevano il territorio per rifornire i cittadini”.
“Intervenire sulla gestione delle acque si deve e si può: ne ha bisogno la popolazione che fa uso quotidiano dell’acqua, e non ne può rimanere priva né per emergenza né per problemi strutturali, ne hanno bisogno le colture che rappresentano un fronte produttivo fondamentale per gli abitanti dei comuni montani e collinari, e ne hanno bisogno le imprese: penso alla Alpi di Modigliana, cruciale in termini di impiego per tutta la vallata. L’approvvigionamento dal basso, seppur inizialmente meno oneroso, vedrebbe lievitare i costi di mantenimento ed energetici negli anni e le acque della montagna sarebbero lasciate senza controllo, con i rischi di eventi catastrofici. Ridracoli è un esempio virtuoso: ha significato la ricchezza di un territorio, un beneficio che ha riversato i suoi effetti positivi su tutta la Romagna anche in termini di attrattività turistica. Non mi aspetto un’opera ma credo che possa nascere almeno un’opera sufficiente ad incentivare gli insediamenti abitativi nelle nostre vallate. Noi, naturalmente, terreno alta la guardia sulla tutela ambientale: nessuno vuole ecomostri e cementificazione indiscriminata, ma credo che operando in sinergia fra amministrazioni pubbliche, enti privati e cittadini, possiamo e dobbiamo evitare che i nostri bellissimi territori si spopolino anche per la carenza di un servizio fondamentale come l’acqua”.
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