In base a ciò che prevede questa legge, le “imprese virtuose” che adottano misure concrete per ridurre il divario di genere otterranno una “certificazione della parità di genere”, grazie alla quale, avranno uno sgravio dei contributi previdenziali nel limite di 50.000 euro annui. L’art. 25 del codice delle pari opportunità viene poi modificato estendendo lo spettro delle fattispecie che possono costituire discriminazione di genere.
Anche l’art. 46 del codice delle pari opportunità viene modificato. Le aziende pubbliche e private che occupano oltre cinquanta (anziché cento) dipendenti dovranno redigere un rapporto almeno ogni due anni sulla situazione del personale maschile e femminile in relazione alla professione, allo stato di assunzione, alla formazione, alla promozione professionale, mobilità, retribuzione e altro. “È una legge che contiene tante buone idee, ora sta a noi ’metterle a terra’”, conclude Azzolina.
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