Aruàn Ortiz dal 29 gennaio con il suo nuovo disco “Hidden Voices”

305

Hidden VoicesIl pianista jazz cubano propone sette inediti e alcune interpretazioni da The Sphinx” a “Open and Close”

MILANO – Da venerdì 29 gennaio sarà disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e in tutte le piattaforme streaming Hidden Voices (Intack Records), il nuovo disco del pianista jazz Aruàn Ortiz cubano d’origine ma alfiere di creatività e improvvisazione nel quartiere di Brooklyn a New York.

Hidden Voices è composto da sette brani inediti e dalle interpretazioni degli standard “The Sphinx” e “Open and Close” e il canto tradizionale cubano “Uno, Dos y Tres, Que Paso Más Chevere”. Il trio di Aruàn Ortiz – composto da Eric Revis, al basso, e Gerald Cleaver, alla batteria – intreccia in ogni brano le radici della musica afro-cubana e quelle dell’hard-bop usando spesso le note del piano come parte integrante del ritmo senza però alienarsi mai dall’aspetto armonico.

«Le ‘Hidden Voices’ sono i miei amici, mentori e maestri che hanno nutrito la mia sete di conoscenza ma lo sono anche le energie che si sono catalizzate negli anni della mia formazione a Santiago de Cuba ed ora sono fonte di ispirazione. – commenta Aruàn Ortiz – Lo sono soprattutto le voci che ci appaiono quando ascoltiamo noi stessi. Per esempio, ammiro le illustri personalità protagoniste del Cubismo, come Picasso, Braque e Lam, perché avevano l’abilità di decostruire la realtà, invitandoti a guardare meglio l’opera per capire cosa esattamente esprima. Il loro tema principale è spesso frammentato e nascosto all’interno del quadro. Ci vuole tempo e pazienza per capire il messaggio nascosto. Credo che più lo ascolti, più ti saranno familiari i suoi brani e le sue melodie, più questo disco ti sembrerà chiaro e vicino».

Aruàn OrtizARUAN ORTIZ, pianista, produttore, insegnante e pluripremiato compositore di fama internazionale. Gli studi come violista classico, oltre che pianista lo hanno portato a spaziare nella composizione musicale, incorporando la musica classica ai ritmi afro-cubani ma mantenendo l’improvvisazione come base per le sue composizioni. Nel corso degli anni riceve numerosi premi: nel 2014 al Doris Duke Artist Impact Award e come Artist-in-Residence al Pocantico Center presso il Rockefeller Brothers Fund; come arrangiatore nel 2011 con il premio Latin Jazz Corner per il suo contributo all’album del flautista Mark Weinstein “El Cumbanchero”; semifinalista nel 2001 al Jas Hennessy Piano Solo Competition di Montreux e nel 2000 in Spagna riceve il premio Best Jazz Interpretation al Festival de Jazz in Vic.

Approda a New York nel 2008 e suona con il Wallance Roney Quintet a cui sono seguiti cinque dischi accolti e sostenuti dalla critica musicale. Nel 2012 registra tre album come leader: “Orbiting” (Fresh Sound 2012); “Santiarican Blues Suite” (Sunnyside 2012), e il disco “Banned in London” (Whirlwind Recordings 2012) dove intraprende una collaborazione cubano-americana includendo nella formazione il compositore Michael Janisch, al basso, Greg Osby al sassofono e Rudy Royston, alla batteria. Aruàn Ortiz ha lavorato come compositore per: Woodwind Quintet Ensemble di Santiago de Cuba; l’Orchestra da Camera di New York; l’Oyu Oró, gruppo di danza folcloristica di New York; per Youme & Milena Zullo del Balletto di Roma; per José Mateo Balletto del Teatro di Cambridge, e per l’Albany Symphony Orchestra di New York. Ha composto e diretto la colonna sonora del film “Sin Alas” del 2014. Tra le numerose collaborazioni in sala di registrazione e in tournée ricordiamo Esperanza Spalding, Joe Lovano, Terri Lyne Carrington, Andrew Cyrille, Oliver Lake, Rufus Reid, Henry Grimes, Cindy Blackman-Santana, Don Byron, Lenny White, Greg Osby, e Wallace Roney.