Assegno per gli animali familiari, tra le proposta della Brambilla

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on. brambillaROMA – Un assegno “una tantum” per gli animali familiari, la riduzione dell’Iva sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per animali, l’esclusione da ogni beneficio dei circhi con animali e, per prevenire zoonosi (“salto” di malattie dagli animali all’uomo), il divieto di commercializzare animali selvatici e di allevare animali da pelliccia.

Ecco il pacchetto di emendamenti al decreto rilancio, in discussione alla Camera, a prima firma dell’on. Michela Vittoria Brambilla, deputata di Fi e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli Animali, e sottoscritti da deputati di diversi partiti aderenti all’Intergruppo.

“Sono proposte – spiega l’ex ministro – di buon senso, con ricadute positive sulla salute e sull’igiene pubblica, assolutamente in armonia con le finalità dichiarate dal decreto e intese come contributo tanto al sostegno delle famiglie in difficoltà quanto al rilancio dell’economia. Mi auguro che siano accolte con favore da tutte le forze politiche”.

L’assegno per gli animali familiari è innanzitutto una misura di sostegno alle famiglie che convivono con uno o più animali d’affezione. Se l’ ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) non supera i 25.000 euro annui, la famiglia potrà ricevere un assegno pari a 150 euro per ogni animale convivente. Se l’ ISEE non supera 7.000 euro l’importo dell’assegno sarà doppio, ossia 300 euro, da destinare alla cura e all’accudimento di ciascun animale. Il contributo ha anche, in una fase di grande difficoltà economica, la funzione di disincentivare l’abbandono degli animali che alimenta il triste fenomeno del randagismo. Per la copertura, proprio perché si tratta di animali “familiari”, che vivono nelle case degli italiani, si propone di attingere al Fondo assegno universale e servizi alla famiglia, istituito con la legge di bilancio 2020, incrementato allo scopo di 5 milioni.

Le proposte di ridurre l’IVA sulle prestazioni veterinarie (al 10 per cento) e quella sugli alimenti per animali (al 4 o al 10 per cento) si raccomandano innanzitutto come risposta ad una lezione che la crisi Covid dovrebbe aver impartito a tutti, cioè che, come le organizzazioni internazionali vanno ripetendo da tempo, la salute è “una, animale e umana”. Il nostro benessere e quello degli animali che vivono con noi sono strettamente connessi: agevolare il mantenimento e la cura degli animali, in particolare quelli familiari, significa promuovere anche la salute degli esseri umani. L’atteso risparmio di spesa per le famiglie si tradurrà in un rilancio dei consumi e in un incentivo per i settori produttivi e le attività professionali interessate.

Un successivo emendamento “corregge” il cosiddetto Art-bonus, cioè l’agevolazione fiscale per le erogazioni liberali, esteso dal decreto anche ai circhi e agli spettacoli viaggianti. In linea con la risoluzione approvata in Senato il 15 gennaio scorso per disincentivare l’utilizzo degli animali nei circhi nelle more della riforma che ne sancisca definitivamente la dismissione – spiega ancora l’on. Brambilla – il testo limita l’agevolazione ai circhi e agli spettacoli viaggianti che dal 1° gennaio non hanno in alcun modo acquisito animali e ne hanno avviato la dismissione. Non tutte le imprese circensi meritano di essere agevolate”.

Altre proposte escludono da qualsiasi altro beneficio circhi e spettacoli viaggianti che utilizzano animali. Inoltre, allo scopo di evitare la trasmissione di malattie dagli animali all’uomo e viceversa, un’apposita modifica vieta l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali di qualsiasi specie per la principale finalità di ricavarne pelliccia. Nei Paesi Bassi, com’è noto, sono stati rilevati casi di contagio da Covid-19 nei visoni degli allevamenti.