Il diritto alla Salute mantenga il suo carattere di universalità
ROMA – Ridisegnare la nuova Governance della Salute è l’obiettivo del simposio “Modelli innovativi di Governance e riforma dell’art. 117 del Titolo V” organizzato dall’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti”.
Presentato nel corso della mattinata un primo documento di sintesi, frutto di cinque mesi di lavoro con gli stakeholders del comparto nazionale della Salute riuniti all’interno del Tavolo indipendente promosso dall’Associazione.
Il documento delinea e puntualizza in 10 punti, che saranno offerti al dibattito politico nazionale, un importante restyling del SSN, con l’obiettivo di ripensare – tra gli altri – il rapporto tra Governo centrale e Regioni, il ruolo dell’innovazione, il ruolo delle associazioni di pazienti, le relazioni tra ricerca e industria.
“I tagli lineari come strategia di razionalizzazione della spesa sanitaria nazionale – dichiara Claudio Giustozzi, Segretario Nazionale Associazione Culturale Giuseppe Dossetti – hanno mostrato tutta la loro fallacia: lo dice la Corte dei Conti – la spending review sta mettendo a rischio l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari – e lo ribadisce l’Istat – aumento della mortalità nel 2015, 54 mila decessi in più rispetto al 2014. Facile ipotizzare una correlazione tra le politiche di definanziamento della sanità e la malasanità, fino a domandarsi se quest’ultimo fenomeno stia diventando non un’eccezione al sistema, ma la sua reale rappresentazione. D’altra parte la cronaca è ricca ogni giorno di casi di persone curate male o non curate affatto, di storiche liste d’attesa, di ticket da pagare, e, tutto in assenza di servizi. Quella, cioè, che in sintesi si può definire una specifica politica di tagli alle tutele e ai Diritti sanitari”.
“Il documento ampio e puntuale che l’Associazione presenterà giovedì 15 offre contenuti e prospettive a supporto di quella che si presenta come una delle maggiori sfide che lo Stato e le Regioni si trovano ad affrontare, la Sanità, anche in vista del voto referendario autunnale. In questo momento storico così impegnativo per il nostro Paese è importante sviluppare politiche chiare e non approssimative proprio nell’ambio della Sanità, tese, tra gli altri interventi – conclude Giustozzi – ad istituire un Super Ministero della Salute e delle Politiche Sociali che possa superare una visione a compartimenti stagni dei capitoli di spesa socio-sanitaria e farmaceutica, in difesa dell’Art. 32 della nostra Costituzione e del diritto inalienabile alla Salute”.
In Toscana, come letto sui giornali, ammontano a 20-25 milioni di euro/anno le spese di risarcimento per i casi di Malasanità e la Sardegna è arrivata a ben 67 milioni di euro tra il 2012 e il 2014. E non dimentichiamo come nel Lazio, e in molti ospedali del Sud Italia, le terapie intensive neonatali sono state messe in ginocchio dal blocco del turnover e dai tagli, con l’assistenza ai piccoli pazienti sempre più variabile in base alla regione di provenienza.
Siamo agli ultimi posti tra i Paesi Ocse per la spesa sanitaria destinata alla prevenzione (4,1%) un dato che dovrebbe farci gridare allo scandalo, soprattutto di fronte ai nuovi tagli previsti nel DEF I tagli alla Sanità per i prossimi anni sono stati già decisi in una recente Intesa Stato Regioni, faranno scendere la spesa sanitaria a -3,5 mld nel 2017 e -5 mld dal 2018. Ciò significa che la spesa sanitaria in percentuale sul PIL, come ipotizzata dal DEF, scende dal 6,8% attuale (già sotto la media dei Paesi Ocse) al 6,7% del 2017, al 6,6% del 2018 fino al 6,5% del 2019, incredibile a credersi, al di sotto del livello di rischio per la salute indicato dall’OMS. Un colpo ben assestato al SSN ed ai malati tirato dallo stesso Premier Renzi il quale sulla sanità si limita ad intervenire (e di rado) con due tormentoni: riduzione del numero delle poltrone dei manager e degli sprechi, uniformare il costo delle siringhe.