ROMA – “In meno di una settimana più di due attentati terroristici hanno sconvolto l’Europa. Sono stati colpiti Paesi con i quali condividiamo molto, tutto, anche i confini. Ognuno di voi avrà pensato che avrebbero potuto colpire anche in Italia. Il terrorista di Nizza era sbarcato a Lampedusa, gli attentatori austriaci hanno agito per uccidere. E hanno ucciso in modo violento, indiscriminato: donne, passanti, padri di famiglia. Ad accomunare queste bestie è l’odio verso la nostra società, verso il nostro modo di vivere e di essere liberi. Un odio alimentato anche da dichiarazioni ostili e provocatorie scandite negli ultimi giorni contro Berlino e Parigi”.
Così su Facebook il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che aggiunge: “C’è chi lo chiama scontro di civiltà, non mi interessa. Ognuno lo chiami come vuole, ma è evidente che di fronte a tutto questo l’Europa e l’Italia stessa non possono continuare a spendere parole di circostanza. I problemi vanno affrontati. L’Ue deve alzare i suoi livelli di sicurezza, ma deve farlo anche il nostro Paese. Bisogna stringere i controlli nelle moschee con la collaborazione delle stesse comunità islamiche e dell’Islam moderato, che con rispetto ha sempre condannato questi atti”.
E ancora: “Dobbiamo alzare l’attenzione sui flussi migratori illegali come sta giustamente facendo il Viminale. Rappresentano un rischio, serve realismo. Sono stato il primo a parlare di un problema nel merito e questo problema va risolto. Se un Paese non ha le risorse per poter assistere allora non può accogliere, altrimenti l’esito è un’esasperazione dell’emarginazione sociale. Stiamo male noi e stanno male loro. Queste sono verità. Difendere i propri confini è il dovere di ogni Stato, oltre che un diritto. Il diritto, di ogni cittadino, di sentirsi sicuro in casa propria. Noi abbiamo l’obbligo di garantire questo diritto”.
Di Maio, infine, conclude con queste parole: “Con questo non vanno in alcun modo giustificati gli accenti utilizzati da qualcuno (anche in Italia) per fare spicciola campagna politica. Ma qui si tratta di guardare in faccia la realtà, di non negarla. Si tratta di prendere misure che possano prevenire tragedie come quelle di Nizza e di Vienna. Si tratta di iniziare a pensare a qualcosa di più grande e che riguardi tutta l’Ue: un Patriot Act sul modello americano, ad esempio, perché oggi siamo tutti figli dello stesso popolo europeo. E la sicurezza di uno Stato equivale alla sicurezza di tutti gli altri. Ne parlerò nei prossimi giorni anche con i miei omologhi. Ribadiamo tutta la nostra vicinanza al popolo austriaco e francese in questo grande momento di dolore. Restiamo uniti contro ogni forma di terrorismo e fanatismo”.