ROMA – Traffico incubo degli automobilisti italiani. Stando ai dati della Commissione europea i nostri connazionali rimangono incolonnati nel traffico per 38 ore all’anno: praticamente perdono una settimana di lavoro bloccati in coda. A metterlo in evidenza è GreenVulcano Technologies, il big player B2B dietro le quinte delle maggiori società di mobility. Il dato, peraltro, è un dato medio: a pagare un conto molto più salato sono i pendolari, che utilizzano l’auto per spostarsi da casa verso l’ufficio e viceversa e coloro che per lavoro devono guidare per buona parte della giornata un mezzo di trasporto: camionisti, padroncini, tassisti, autonoleggiatori, agenti di commercio ed artigiani che per compiere gli interventi richiesti devono muoversi con il loro mezzo di trasporto.
«Perdiamo una settimana di lavoro bloccati in coda, per non parlare dei livelli di inquinamento generati dai veicoli accesi in questo lasso di tempo. Eppure oggi basta un’app e in pochi tap è possibile avere a disposizione il mezzo più idoneo per raggiungere la destinazione desiderata nella maniera più efficiente possibile, saltando anche le code», commenta Marco D’Ambrosio, responsabile del business development di GreenVulcano Technologies.
Certo è che il gap dell’Italia è notevole rispetto agli altri Paesi europei: in Olanda si rimane congestionati per 32 ore all’anno, in Francia ed in Germania si scende a 30 ore, in Spagna a 26 ore. La media europea è di 30,4 ore. Con i suoi oltre 100 dipendenti ed un’esperienza consolidata in 20 anni di attività, GreenVulcano Technologies si propone di risolvere anche questo problema. La società ha accompagnato negli ultimi 20 anni aziende di ogni dimensione verso la sharing economy, includendo colossi come Octo Telematics oppure eDriving, la cui mission è quella di aiutare oltre un milione di autotrasportatori a ridurre collisioni ed infortuni.
E ha aiutato anche moltissime startup che — grazie ad un partner B2B su innovazione ed integrazione a 360 gradi come GreenVulcano Technologies, forte nella capacità di affiancare altre aziende e di “supportarle da zero” — hanno saputo ideare nuovi modelli di business, riuscendo a fare leva su innovative piattaforme tecnologiche e su rivoluzionari algoritmi predittivi, per spingere — tra car sharing, car pooling, bike sharing e via dicendo — nuove forme di micromobilità e inedite forme di utilizzo dei veicoli. Un fenomeno che sta ora cambiando il modo di pensare alla mobilità in tutto il mondo.