Nuovo singolo estratto dall’album di inediti “PAZ”: “succede che il tradimento politico e quello sociale ci trasformino in agnellini”
I Babil on Suite sono l’incontro di personalità estroverse e peculiari. Presenti nel panorama musicale da dieci anni, hanno calcato alcuni dei palchi più noti, collaborando live con vari artisti (tra cui: Lucio Dalla, Nouvelle Vague, Carl Graig, Max Gazzè, Samuele Bersani, Eugenio Bennato, Mario Venuti, Roy Paci, 99 Posse, Gaben) e sono stati sul palco di alcuni dei festival più seguiti della Sicilia e non solo (Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo, il Salina Festival, Azzurro Festival, Sonica, Collisioni, Musaic-On, Curtigghiu GallegoRock 2018 solo per citarne alcuni).
VIDEOCLIP dal 15 giugno disponibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=rYv6fFncPWQ
Dopo le sonorità latine di Boa Babil on feat. Mario Venuti e l’elettro-pop di Call another Boy, i Babil on Suite tornano con il trascinante ritmo tribale di Little Lamb: sabato 15 giugno sarà on line il video del terzo singolo estratto dall’album di inediti PAZ (Puntoeacapo / A1 Entertainment), diretto da Daniele Gangemi che commenta: «Il videoclip è stato concepito come un viaggio verso l’ignoto, mossi dall’urgenza di ritrovarsi attraverso la scoperta del mondo circostante. Cinema e musica che si incontrano ancora una volta per raccontare assieme in modo unico e spettacolare il desiderio di oltrepassare i propri confini e di aprirsi all’altro, superando l’iniziale paura del diverso e trovando anzi ristoro, purificazione e salvezza nel confronto col prossimo. Un racconto breve, corale e di formazione, dove il protagonista assoluto è l’essere umano in tutto il suo potenziale ed in tutte le sue innumerevoli sfaccettature: un inno all’azione ed al cambiamento come unica strada possibile».
Little Lamb nasce da un’ispirazione per un canto di Joseph Kamaru (noto musicista gospel e attivista Kenyano): «È un canto viscerale», come lo definisce la band, «succede che il tradimento politico e quello sociale ci trasformino in agnellini: quasi indeboliti e in uno stato di confusione che ricorda il caos, lo stesso caos da cui scaturisce l’ordine, che contraddistingue l’universo».