E così ha vinto lui l’edizione Sanremo 2025, Olly, nome d’arte di Federico Olivieri, genovese del 2001. Giovanissimo ha sbancato e si preso la vittoria tra la sua più piena incoscienza e stupore. Stupito anche il pubblico in platea che si aspettava forse altri nomi, carriere già segnate da anni d’esperienza e altri podi.
Eppure Olly ha vinto. Ha vinto la sua voce, la sua grinta sul palco, il suo talento ancora acerbo su cui proiettare una luminosa via?
Ha vinto. E la sua canzone continua a farsi ascoltare: “Balorda nostalgia”.
Un testo che ci avvicina tutti a cogliere il sentimentalismo che si snoda tra le sue parole, che dondola tra una serenata e un colloquio con sé stesso, un desiderio vivo che non si spegne ma continua ad essere acceso e ad urlare nel crescere del brano che esplode.
Olly con la sua voce graffiante ci fa entrare perfettamente dentro le scene che canta, s’avvertono le sfumature dei gesti che racconta, dalla tv al piatto alla signora che vede stendere il bucato. Una ballata sentita, vissuta, cantata, urlata dal profondo, dalle viscere, dall’animo e tutto traspare anche nel video della canzone tutto giocato su immagini di un lottatore in campo che prende pugni da un nemico invisibile: dalla nostalgia che l’annienta, lo butta a terra, gli fa prendere botte in ogni dove fino a farlo cadere.
La nostalgia di una storia d’amore è al centro del brano, dove l’amore forte e vero lo ribalta, lo fa urlare, lo trasforma ma nonostante non è la fine perché “è stata tutta vita”. La canzone è grintosa, non dona malinconia ma la bellezza di un sentimento vero che pur recando sofferenza, non porta alla fine: si vive, si lotta e si riparte e si vince!
Così sul palco dell’Ariston, Olly è stato un lottatore, si è preso le scene, gli applausi, i voti e la vittoria, con la sua forte performance che lo contraddistingue, un palco che sembra troppo piccolo per lui, allarga le braccia, abbraccia metaforicamente chi sente vicino, il suo viso che cambia che fa emergere la sofferenza, la bellezza della storia trascorsa, la nostalgia. Niente passa come sconfitta, come sbaglio, come fallimento ma tutto è percorso di vita vissuto a pieno e con la tenacia di chi non si tira indietro e nella quotidianità vive qualcosa di grande per cui vale la pena di averlo vissuto e ricordarlo e scriverci e condividerlo.
L’amore, la fine di un amore e la sua ricchezza, il suo ricordo e l’esplosione di ciò che è stato senza remore. Ecco cosa rende il pezzo una voce potente: il timbro di chi non si arrende, non si sente sconfitto ma lo celebra a pieno volume!
Sì Olly si è difeso bene e ha portato a casa una vittoria che tra clamore e discordanze, ha coronato un giovane talentuoso.