Dopo il successo della stagione invernale, torna per la Primavera Estate 2024 di Testoni la Beatrice Bag, l’iconico modello frutto di un lungo processo di maestria e artigianalità tipici del brand. Un connubio di passione e abilità che nasce dalle mani di esperti artigiani per un capo unico e inconfondibile, un’espressione di eleganza e raffinatezza che pone le sue radici all’interno della storia della letteratura italiana.
La Beatrice Bag, infatti, trae ispirazione dall’universo dantesco, la sua essenza nasce guardando le cortecce della Pineta di Classe che, localizzata in Emilia – Romagna, fu per Dante fonte di ispirazione per la stesura della Divina Commedia. Anche il nome si rifà alla musa del sommo poeta e, così come la bella e angelica Beatrice, la borsa diventa la punta di diamante della nuova collezione. Un prodotto elegante e raffinato che restituisce unicità ad ogni donna che la indossa.
Per questa stagione la Beatrice Bag viene proposta abbinata alle classiche ed inconfondibili calzature della linea Lisa. Sandali e sabot, tutti uniti dalla suola in pelle nell’iconico color Lambrusco, ripropongono i giochi di intrecci della tote declinati nelle raffinate colorazioni del bianco, nero e nocciola, in perfetto equilibrio tra vintage e le tendenze del momento.
I sandali spuntati con cinturino vengono proposti sia nella versione con tacco medio, per esaltare la femminilità, che nella versione a tacco basso, permettono di slanciare la figura senza rinunciare alla comodità, imprescindibile nelle proposte firmate Testoni.
Tornano protagonisti i sabot, sulla scia del ritorno di quel minimalismo anni ’90 che sta conquistando le passerelle, diventando must-have irrinunciabili grazie alla loro eleganza e originalità, libera dalle costrizioni.
Scarpe e borse sono così testimonianza di un processo che richiede pazienza, passione e abilità. Dalle mani di artigiani esperti, le pelli si trasformano in strisce ondulate, ciascuna portata a uno spessore uniforme e intrecciate in una sinfonia di forme irregolari, ma perfette, come la superficie della corteccia degli alberi, diventando un simbolo non solo di bellezza, ma di “savoir-faire” e dedizione tutto italiano.