Le donne hanno un elevato indice di fiducia nei confronti dell’azienda per cui lavorano: sono, infatti, quasi 9 su 10 (87%) coloro che dichiarano di avere un forte senso di engagement nei confronti della propria realtà organizzativa. È questo uno dei dati più interessanti che emergono dall’analisi del ranking Best Workplaces for Women 2024, la classifica dei 20 migliori ambienti di lavoro in cui lavorare secondo le donne, stilata da Great Place to Work Italia, società di ricerca, tecnologia e consulenza organizzativa, ascoltando il parere di oltre 75mila collaboratori appartenenti a 211 aziende, suddivise per numero di dipendenti (oltre 500, 150-499, 50-149, 10-49). Tra gli indicatori principali presi in considerazione per stilare il ranking c’è il Trust Index, l’indice che misura la fiducia e il grado di engagement dei collaboratori e delle collaboratrici nell’organizzazione, il quale risulta essere significativamente elevato (85%), con una differenza del +6% nel confronto con le altre aziende analizzate ai fini della creazione della classifica (79%). Lo stesso trend si ricollega anche all’indice di soddisfazione generale (Great Place to Work Statement), in base al quale l’87% dei rispondenti afferma che “Tutto considerato, direi che questo è un eccellente luogo di lavoro”, rispetto all’81% fatto registrare dalle altre organizzazioni analizzate, ma non presenti in classifica. Il delta percentuale poi si allarga notevolmente (+39%) se si considera la media italiana, riferita al 2021, ultimo dato disponibile. Nelle aziende classificate come Best Workplaces for Women le donne risultano più soddisfatte degli uomini in ciascuna delle 5 aree (credibilità, rispetto, equità, orgoglio, coesione) prese in considerazione dal modello d’analisi Great Place to Work. Allo stesso tempo, anche la media Trust Index è superiore nella popolazione femminile rispetto a quella maschile (87% contro 84%, +3 punti percentuali).
Ma quali sono i 20 migliori ambienti di lavoro a misura di donna? Al primo posto troviamo Teleperformance, realtà attiva nel settore telecomunicazioni e leader mondiale nell’offerta dei servizi di supporto alla clientela, davanti a Biogen Italia Srl (2°), organizzazione attiva nel campo delle biotecnologie e American Express (3°) che offre servizi finanziari. La classifica con il ranking completo è consultabile al seguente link: greatplacetowork.it/classifiche-migliori-aziende/best-workplaces-for-women-2024. Sulla base del numero di dipendenti, sono 6 le realtà virtuose presenti in classifica che hanno più di 500 dipendenti, poi ce ne sono altre 6 a testa con un numero di collaboratori compreso tra 150 e 499 e tra 50 e 149 e infine troviamo due organizzazioni di piccole dimensioni, con un numero di collaboratori compreso tra 10 e 49. Questo dato è particolarmente rilevante perché evidenzia come le buone politiche a favore della parità di genere stiano progressivamente permeando la cultura aziendale anche delle realtà organizzative più piccole, le quali tradizionalmente faticavano di più a competere con le multinazionali. Tra i settori maggiormente rappresentati in classifica spiccano biotecnologie e farmaceutica insieme ai servizi professionali (20%), l’industria manifatturiera e della produzione (15%) e l’IT (10%).
Da segnalare inoltre la presenza di realtà organizzative che operano in settori tradizionalmente a bassa presenza femminile quali le costruzioni e i trasporti. “Analizzando i principali insight che emergono dall’edizione 2024 del ranking «Best Workplaces for Women» emerge l’importanza, per le organizzazioni, d’investire sulla parità di genere – spiega Beniamino Bedusa, Presidente di Great Place to Work Italia – L’investimento nelle buone pratiche a favore della promozione della parità di genere, mediante la creazione di un management il più possibile equilibrato tra uomini e donne, ha benefici diretti sia sullo sviluppo di ambienti di lavoro più equi sia sul grado di soddisfazione e coinvolgimento delle persone. Siamo, per questo molto felici che lo Stato italiano si sia impegnato nella Certificazione della Parità di Genere ed anche Great Place to Work sta lavorando in questo senso nel supportare le imprese, prima a certificarsi e poi a diventare eccellenti. Interessante anche il dato sulla retention della popolazione femminile attiva nei Best Workplaces for Women 2024 (89%) che è di 7 punti più alta rispetto a quella registrata nell’ambito delle altre realtà analizzate (82%). Le donne che lavorano nelle 20 aziende entrate a far parte della classifica «Best Workplaces for Women 2024» sono in gran parte caratterizzate da un elevato senso di orgoglio nei confronti della propria realtà organizzativa che le spinge a dare qualcosa in più rispetto alla soglia d’impegno mediamente richiesto”.
Lo studio analizza poi diversi aspetti con riferimento alla condizione femminile in azienda come, ad esempio, la condizione contrattuale e il livello organizzativo, comparandoli con il parere espresso dai colleghi uomini. Da qui emerge come più della metà (53%) delle donne impiegate nei Best Workplaces for Women 2024 abbia un contratto full-time, contro il 47% di donne con un impiego part-time. Tra gli uomini, invece, solo il 22% ha un contratto part-time. Un dato in linea con il trend fatto registrare da tutti gli studi di settore, che vede le donne accedere maggiormente al part-time per conciliare meglio l’attività professionale con i carichi famigliari e di vita. Nelle aziende classificate, inoltre, si registra un buon bilanciamento di genere tra livelli organizzativi: anche se gli uomini risultano maggiormente presenti nel management rispetto alle donne, il gap è particolarmente contenuto (-3% nel First Level Management; -2% nel Second Level Management; -1% nel C-Level). Tra le aziende più virtuose e a misura di donna il 42% del management è al femminile, percentuale che scende al 25% nelle altre aziende analizzate. Le collaboratrici delle aziende Best Workplaces for Women 2024, infine, ritengono di aver avuto maggiori opportunità di portare innovazione all’interno della propria realtà organizzativa rispetto ai colleghi uomini: l’85% afferma di averne avute molte o alcune, contro l’80% dei collaboratori.
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