Attualità

Biglietti sparsi. Dal marinaio … all’ostetrica…

Rovistando le carte di un libro che non ho mai scritto, ho trovato dei biglietti sparsi. Frasi dette o riportate di personaggi incontrati, o conosciuti da altri. Le loro testimonianze vanno prese al volo, e portate in questo Terzo Millennio nelle tasche. Ogni biglietto ha un pizzico di filosofia, di ottimismo o di speranza nel futuro. Ogni biglietto ci può servire a riflettere in un momento particolare della vita. Anche se qualche biglietto è ispirato alla malinconia, possiamo cercare tra le parole un lampo di positività. In questo Terzo Millennio ci aspetta la vita. Basta seguire con lo sguardo quel gabbiano bianco in mezzo al cielo… Adesso sipario: è il momento magico delle voci, le più svariate, che ci accompagneranno in questo Terzo millennio.

Un marinaio… Ho costruito con le mie mani una grande barca. Ho tessuto con le mie mani una grande vela. E adesso sono nel porto, a bordo della mia barca pronta a salpare. Mi manca soltanto il vento. Ma non so dove si compra, non so a chi appartenga, non so se arriverà mai.

Una madre… Lo so che un giorno questo mio figlio si rivolterà contro di me. Ma io lo stringo al petto, lo allatto, gli do più vita che posso. Lo so che un giorno questo figlio mi lascerà sola. Per questo adesso il mio respiro va a tempo col suo. Siamo una sola creatura. Il mio spirito è già nel suo corpo, che un giorno si stancherà di me.

Un travestito… Nel mio armadio ci sono abiti da donna e da uomo. Ogni giorno sono libero di scegliere il mio sesso. E so che queste due creature non si incontrano mai, non si odieranno e non si ameranno.

Un giudice… Invecchio, nel terrore di incontrare uno dei miei condannati all’ergastolo uscito di galera. Avrebbe tutte le ragioni per farmi fuori. Perché quando un uomo condanna un altro uomo, si sostituisce a Dio. E non è giusto.
Un extracomunitario… Passo la mia vita agli angoli delle strade dei bianchi. Lavo i vetri delle loro auto. Aiuto le loro donne a portare i carrelli ai supermercati. Ma non sarò mai schiavo dei bianchi.

Un drogato… Se i capi di stato si facessero come me, con la mia eroina, non ci sarebbero più guerre al mondo.

Un bambino… Vedo mio padre tutte le sere stanco, e anche mia madre è sempre più scontenta. Si lamentano sempre. E poi litigano. Non voglio crescere.

Uno psicologo… I metodi delle terapie comportamentali andrebbero riscritti ogni giorno. Basta una guerra, un film, un omicidio impressionante, e tutti i miei pazienti non hanno più l’antidoto adatto.

Un giornalista… In questo Terzo Millennio ogni lettore scrive su Internet il proprio giornale. Noi ci limitiamo a scrivere per quattro amici.

Un contadino… Gli uomini diventano ogni giorno più malvagi. Eppure a primavera fioriscono i peschi, e arrivano le ciliegie e le fragole. La natura, sotto terra, non cambia mai idea.

Un cameriere… Quando un cliente mi tratta male, penso ai tempi di casa mia. Anche allora, nell’ovile, i maiali mi trattavano male.

Una donna separata… Per la mia seconda storia d’amore, non voglio regali o troppo sesso. Io voglio un progetto di vita.

Un’astrofisica… Noi siamo figli delle comete, ci siamo inventati l’anima per rinnegare le comete.

Un ingegnere… Durante l’eclisse puoi guardare il sole per pochi istanti, con una lente affumicata. E per guardare Dio, come proteggeremo i nostri occhi?

Un custode di un cimitero… Tra le lapidi, cerco ogni notte un fantasma per chiedergli quando morirò. Non sopporto le ipocrisie dei sopravissuti.

Una star televisiva… Quando mi rivedo nel televisore, vorrei telefonarmi in diretta, e chiedermi che gusto ci provo a prendere in giro milioni di telespettatori. Ma il telefono è sempre occupato.

Un antiquario… Mi chiedo quale folle comprerà queste tazzine francesi del Settecento. Sono sbeccate, e in una di queste, forse avrà bevuto Robespierre.

Un albergatore… Nelle mie camere ospito l’ipocrisia degli amanti. Un giorno, ospiterò l’ipocrisia dei loro figli.

Un cantante di balera… Che noia queste canzoni così sdolcinate. Ma devo sorridere, e continuare a cantarle per altri mille anni.

Il direttore di una casa di riposo… Vietato dire amen qui dentro. Ogni mattina i miei vecchi giocano a poker col destino. E io ho insegnato loro a barare.

Una ballerina classica… In questo Terzo Millennio l’uomo sbarcherà su Marte. E là, la figlia della figlia di mia figlia ballerà sulle punte il canto del cigno.

Un terrorista… A quelli che nasceranno come me, con la voglia di uccidere gli uomini di potere, consiglio di andare nei boschi, a mozzare la testa ai serpenti. Almeno salveranno una bestia innocente.

Un pagliaccio… Viene sempre meno gente al circo. Una sera mi struccherò davanti al pubblico. E con la mia faccia racconterò la mia vita. Rideranno tutti, e riempirò ancora il circo.

Un’anoressica… Se sono ancora viva, lo devo all’infinito amore di mia madre. Ma raccontateglielo soltanto quando sarò morta. Altrimenti mi costringerà a guarire.

Un navigatore solitario… Ho perso il conto dei giorni. Non so se sulla terraferma sia giorno di festa o di lavoro, di panico o tranquillità. So che sulla mia barca c’è luce, e il secolo di vita lo posso scegliere indietro nel tempo o nel futuro.

Un cieco… Di che colore sono la fame e la povertà? Se riacquistassi la vista vorrei vedere per primi questi due colori. Gli altri non mi interessano, preferisco restare cieco.

Un’ostetrica… Ho visto venire al mondo centinaia di creature. E ogni volta vado in crisi. Perché assisto al miracolo impotente, e non mi decido a cambiare vita.

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Pubblicato da
Pino Ezio Beccaria

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