“E avanziamo anche la disponibilità – ha proseguito Bonaccini – a formulare insieme un progetto innovativo, ricalibrato rispetto al contesto attuale, del tutto cambiato, attraverso la concertazione istituzionale e sociale che abbiamo già sperimentato in questi anni, col nostro progetto fin dall’inizio scritto insieme ai territori, alle parti sociali e alle componenti regionali nel Patto per il Lavoro, senza mai un voto contrario nei passaggi assembleari. Ma è al Governo che chiedo quale iniziativa intenda assumere a fronte di questo, ci dica cosa intende fare per non rendere questa l’ennesima proposta di un percorso inconcludente”.
Il percorso verso l’autonomia differenziata vede alcuni punti acquisiti: le pre-intese siglate da Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia con il Governo Gentiloni nella scorsa legislatura (l’Emilia-Romagna aveva chiesto la competenza diretta su 15 materie, Veneto e Lombardia tutte le 23 possibili) e l’idea della “legge quadro”, già esplorata con l’ex ministro Francesco Boccia, che la Regione è pronta condividere ora con il Governo e la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che ha istituito il Gruppo di lavoro sul regionalismo differenziato. “Questo – precisa Bonaccini – permetterebbe di non disperdere il lavoro fatto fin qui e di codificare una procedura nazionale per tutte le Regioni, anche quelle che già avevano manifestato analogo interesse all’ottenimento dell’autonomia differenziata, sempre secondo quanto previsto dalla Costituzione”.
Altrettanto importante sarebbe valorizzare il ruolo della Conferenza Stato-Regioni, anche ipotizzando di inserire in Costituzione il suo coinvolgimento nel percorso relativo all’autonomia differenziata. La Giunta guidata dal presidente Bonaccini chiede quindi al Governo di far ripartire il confronto, aggiornando la propria proposta, garantendo, nel farlo, la partecipazione costante dell’Assemblea legislativa, nelle Commissioni assembleari e in Aula, così come avvenuto fin dall’inizio. Lo stesso farà nei confronti degli enti locali, delle parti sociali e di tutti i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima. Con l’obiettivo dell’approvazione della legge quadro da parte del Parlamento e poi dell’Intesa con la Regione. Senza minimamente mettere in discussione l’unità e l’indivisibilità dell’Italia, così come la solidarietà territoriale, principi costituzionali intoccabili.
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