ROMA – “È necessario un referente antibullismo in ogni classe, perché il fenomeno ormai è troppo esteso e i ragazzi vanno osservati da vicino per capire se fra loro ci sono situazioni potenzialmente a rischio”. Lo sostiene Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa). “Oggi nelle scuole ci sono pochissimi ‘referenti d’istituto per il bullismo e il cyberbullismo’, insufficienti per il numero di studenti: ci sarebbe bisogno invece di una figura di riferimento per ogni classe, dal momento che la situazione va monitorata giorno per giorno, trascorrendo molto tempo con i ragazzi e conoscendoli bene”.
Queste figure poi “sono solitamente insegnanti scelti dal dirigente scolastico che frequentano un corso su una piattaforma e-learning del ministero dell’Istruzione – spiega Lucattini – mentre sarebbe auspicabile che i referenti fossero formati da psicoanalisti esperti in disagio giovanile che hanno una formazione specifica sul funzionamento mentale di bambini e adolescenti nella normalità e nelle forme patologiche”.
“Ancora oggi il fenomeno è sottovalutato dai docenti – avverte l’esperta – non perché non lo colgano ma perché, non avendo gli strumenti formativi, non ne riconoscono le manifestazioni e non ne comprendono né gravità né proporzioni”. Inoltre, “finita la scuola, il bullismo si trasferisce nei centri estivi, nelle associazioni sportive e in altre attività parallele – avverte Lucattini – quindi la formazione dovrebbe anche essere estesa a tutti coloro che lavorano in questi settori, poiché ci sono molti ragazzi che smettono di fare sport anche agonistico per questo motivo”.