Queste figure poi “sono solitamente insegnanti scelti dal dirigente scolastico che frequentano un corso su una piattaforma e-learning del ministero dell’Istruzione – spiega Lucattini – mentre sarebbe auspicabile che i referenti fossero formati da psicoanalisti esperti in disagio giovanile che hanno una formazione specifica sul funzionamento mentale di bambini e adolescenti nella normalità e nelle forme patologiche”.
“Ancora oggi il fenomeno è sottovalutato dai docenti – avverte l’esperta – non perché non lo colgano ma perché, non avendo gli strumenti formativi, non ne riconoscono le manifestazioni e non ne comprendono né gravità né proporzioni”. Inoltre, “finita la scuola, il bullismo si trasferisce nei centri estivi, nelle associazioni sportive e in altre attività parallele – avverte Lucattini – quindi la formazione dovrebbe anche essere estesa a tutti coloro che lavorano in questi settori, poiché ci sono molti ragazzi che smettono di fare sport anche agonistico per questo motivo”.
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