Buon compleanno Vasco Rossi…e tutto il mondo fuori!

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In prossimità di un una curva stretta e ghiacciata, nel bel mezzo di una strada sdrucciolevole in piena notte. Affrontare quei saliscendi pieni di incognite, voci singhiozzanti provenienti da ogni parte mentre l’orizzonte idilliaco e libidinoso si fa strada come se fosse un eterno mattino. Ecco, la vita di Vasco Rossi può essere riassunta in questo modo, all’interno di quell’automobile che, nonostante le avverse condizioni della realtà, è riuscita a sterzare sfruttando anche l’ultimo millimetro di strada. Quella strada che è la vita, quella che Vasco non ha vissuto per sentito dire, l’ha toccata con mano bruciando la candela da entrambe le parti. Un’esistenza vissuta pienamente, senza false menzogne ed ipocrisie che trovano spazio solo negli angoli più bui dei falsi perbenisti.

Evitando da sempre quei luoghi comuni che hanno cercato di distruggerlo Vasco ha saputo trasformare la sua vita in un’opera d’arte, come se fosse il D’Annunzio dei giorni nostri. Sbattendo in faccia la realtà nelle sue canzoni capolavoro infilando, come se fossero lame sensazioni ed emozioni che, in fondo, tutti provano all’interno di questa complicata esistenza. Già, come se tutto il mondo fosse fuori da ogni logica, come se tutti gli altri fossero fuori di testa quando l’hanno visto uscire dal palco dell’Ariston a Sanremo, 37 anni fa. I primi tre di una carriera lunga più di quattro decenni e che non accenna a placarsi, non accenna perché la voglia è sfrenata e quella no, non è mai venuta meno. Come l’eco delle sue parole, come la luce dei suoi occhi chiarissimi, come il suono della sua musica.

Musica e parole, quelle di Vasco, in grado di scuotere ancora le coscienze di continua ad etichettare tutto, senza rendersi conto di ciò che li circonda. Il record mondiale di due anni fa, il capolavoro di Modena. La parola fine? Macché un nuovo (l’ennesimo) inizio per l’uomo dominato dalle imperfezioni, quelle che lo hanno reso uno di noi, uno di quelli del “contro tutto contro”. Anticonformista, lontano da quelli stereotipi perbenisti che ingabbiamo. Lontano da quella “Vita Spericolata” il sogno di una canzone divenuto brano immortale della musica italiana. Come “Siamo solo noi”, l’inno generazionale, e quelle perle che lasciano un solco nell’anima ogni volta che riecheggiano nelle cuffie e negli stadi. Lontano da tutti perché Vasco Rossi ha sempre concorso con se stesso. In una competizione tutta sua, una classifica a parte dove gli altri non osano nemmeno avvicinarsi.

Ed oggi sono 67 primavere, in attesa dell’estate che lo porterà a San Siro per 6 volte (6!) e a Cagliari (2). Esistono le sue canzoni, fotogrammi di un Luna Park senza senso e limite. Fotogrammi senza i quali non riusciremo a sentirci così imperfetti, così umani. Trascinati da te Vasco, come se fossi un’onda infinita.