ROMA – “Il commissario Luigi Calabresi ha dedicato la vita al servizio delle Istituzioni nella leale difesa della legalità. Il suo omicidio, il 17 maggio 1972, rispose al chiaro intento di far vacillare le fondamenta della nostra democrazia, di creare un corto circuito nella convivenza civile, di innescare dinamiche di odio e di delirante contrapposizione sociale. Quell’evento fa parte di una stagione di lutti che ha segnato profondamente il nostro Paese lasciando molte ferite ancora non rimarginate. Di fronte a questi pericoli, la nostra democrazia, figlia della Resistenza e di quanti sacrificarono la vita in nome di un Paese libero e giusto, ha dimostrato di essere un argine solido e sicuro. Questo ci impone, seppure a distanza di tanto tempo, di ricordare, ma anche di dare conto di quel vissuto, di dimostrare, attraverso un esercizio di verità, una consapevolezza civile onesta e responsabile”.
Lo dichiara il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, aggiungendo: “Sulle vicende del terrorismo nel nostro Paese è la democrazia stessa ad esigere un costante ed incondizionato impegno di giustizia e verità. Questo significa anzitutto far applicare, anche nei confronti di chi si è sottratto alla pena fuggendo all’estero, le sentenze emesse a conclusione di processi per gravi crimini legati al terrorismo, in coerenza con le regole e i principi del nostro ordinamento. Non può esserci una piena riconciliazione senza giustizia. E la giustizia deve essere sempre accompagnata dalla memoria, intesa soprattutto come capacità di trasmettere a chi non ha vissuto i terribili anni di piombo il senso di alienazione umana cui possono condurre gli estremismi fondati sulla violenza e sull’annientamento dell’altro. Ciò richiede un impegno culturale, educativo, sociale che deve diventare una componente salda della nostra convivenza civile. Anche a ciò deve contribuire il ricordo di Luigi Calabresi, a farci riflettere su quanto sia sempre importante riconoscersi in quel nucleo di valori di legalità, di coesione e solidarietà sociale che sono alla base della nostra Carta costituzionale e che devono sempre, e comunque, continuare a rappresentarci e a distinguerci”.