Che si chiami moviola o Goal Line Technology, ormai la tecnologia in “campo”, che toglie da ogni ragionevole dubbio se sia gol oppure no, non è più un miraggio nel calcio. Esiste ed è ormai utilizzata nella quasi totalità delle nazioni europee, Italia compresa.
Due sono gli episodi che segnano lo spartiacque tra il prima e il dopo nell’introduzione di questa tecnologia. Il 6 gennaio scorso, durante l’incontro di campionato tra l’Udinese e la Roma, il difensore Astori segna un gol, ma non viene assegnato dall’arbitro perché lo giudica non regolare: non ha superato completamente la linea di porta. Il secondo episodio è storia recente.
Domenica 12 giugno 2016, durante l’incontro di calcio del campionato europeo in Francia, si affrontano la Germania campione del mondo in carica e l’Ucraina. Un episodio in area tedesca in cui è coinvolto il difensore Boateng, fa scattare il sospetto che abbia mandato il pallone nella propria porta e quindi è autogol.
La Goal Line Tecnology, qualche secondo dopo, sentenzia che la palla non ha oltrepassato la linea di porta e dunque non è gol. In quell’occasione, il nostro miglior “fischietto” internazionale, Nicola Rizzoli, guardando l’orologio che riporta il “verdetto digitale”, dice appunto che non è gol.
La tecnologia ferma l’attimo, lo fa tornare indietro ed “elimina” definitivamente dal gioco del calcio tutti gli episodi di gol-non gol.
Che cos’è questa tecnologia, se non una rivoluzione, grande quanto un continente che occupa metà del pianeta, capace di cambiare un fenomeno sportivo e sociale che per tanto tempo ha avuto l’arroganza e il potere di farne a meno, o più semplicemente una straordinaria soluzione tecnica che eviterà per sempre di vedere le “reti fantasma”?
La tecnologia in campo nasce, anche se solo teoricamente, durante il mondiale del 2002 in Sudafrica perché in quella occasione durante la partita Germania Inghilterra il tiro che aveva fatto Lampard non fu convalidato dall’arbitro, ma aveva varcato nettamente la linea di porta.
E successivamente l’IFAB, l’organo legislatore nel calcio, avvio tutta una serie di decisioni e dibattiti che avrebbero permesso alla tecnologia di entrare nel calcio. Le prime federazioni che hanno introdotto la tecnologia in campo sono stati, in Europa l’Inghilterra, la Germania e l’Olanda.
In Italia si è cominciato a “lavorare” per l’introduzione di questa tecnologia in campo lo scorso anno, in particolare dopo che il presidente federale Carlo Tavecchio si era riunito a Roma per affrontare la tematica della Goal Line Tecnology. Lo stesso presidente disse: “Sono convinto che l’utilizzo della tecnologia del gol non gol, nel nostro paese, a partire dal prossimo campionato sia ineludibile”.
Il gol di Simone Pepe durante l’incontro di calcio tra il Chievo e la Roma del massimo campionato di serie A terminato poi 3 a 3. Il Chievo sta perdendo 3 a 2, ma il Chievo con Pepe sta battendo un calcio di punizione. Il portiere Szczesny prova a bloccare ma la palla finisce sulla linea di porta e nessuno si accorge di nulla. Poco dopo l’arbitro Irrati tramite la segnalazione elettronica del suo orologio, segnala a tutti che la palla aveva superato la linea ed era entrata in porta. E fu pareggio.
Per capire meglio quanto sia importante l’introduzione della tecnologia negli sport, citiamo un po’ di situazioni in cui si è ricorso a questi mezzi. Nel 1967, in tv, si ha una nuova svolta con la nascita della moviola introdotta e commentata da Carlo Sassi. Il primo caso riguardò un “gol non gol” di Rivera in un derby milanese.
Uno scudetto del basket, nel 2005, fu assegnato alla Fortitudo dopo che i direttori di gara avevano avuto la possibilità, tramite un sistema di “instant replay” posizionato a bordo campo, di constatare che il canestro decisivo era arrivato qualche centesimo prima della sirena di fine gara e non dopo.
Nel tennis, sport con introiti economici pazzeschi e più alti del calcio, la tecnologia corre ai ripari per rilevare problemi che incidono sul gioco e/o la vittoria di un giocatore. Il sistema si chiama Hawk-Eye, o “Occhio di Falco”, che permette di verificare se è “dentro o fuori” il punto di rimbalzo della pallina da tennis. Prima ancora si chiamava Cyclop, “Ciclope” introdotto per i Campionati di Wimbledon nel 1980 e l’ US Open nel 1981, ed è stato utilizzato anche presso la Australian Open.
Ora che anche nel calcio di casa nostra è stata introdotta, rimangono le chiacchiere e le discussioni roche del bar, il lunedì mattina. Ha scritto recentemente Paolo Casarin, ex arbitro internazionale sul Corriere della Sera, che la Goal Line Tecnology punta: “alla verità del gol. Solo la Goal Line Technology, che con sette dispositivi dedicati alla linea di porta, è in grado di ridurre l’errore all’1,5%”.
A cura di Pasqua Giulio – Tivolimagazine.it
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