«Se tre indizi fanno una prova, non c’è da stare sereni – aggiunge – Il primo indizio riguarda la gestionale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, al cui direttore è stata riservata “autonomia decisionale di spesa entro un limite massimo di due milioni di euro”. Significa che entro quella cifra, non certo irrisoria, può finanziare chi gli pare, usando soldi pubblici e senza dover dare conto a nessuno. Il secondo indizio è l’idea di trasferire l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) da Genova all’area Expo di Milano. L’Iit è un soggetto di diritto privato che non si è distinto negli anni per virtuosità, nonostante sia finanziato anch’esso con denaro pubblico, i cui vertici, di nomina politica, non solo non sono soggetti ad alcuna valutazione, ma sono addirittura inamovibili. Renzi vorrebbe regalargli l’area Expo, con annesso un bonus di 150 milioni di euro all’anno, a discapito dei fondi per la Ricerca che in Italia sono sempre più esigui. Sarà forse che dietro questa genialata si cela qualche lobby vicina al governo? Infine, l’ultimo indizio, ma solo in ordine di tempo, riguarda la Fondazione Italia Sociale, inserita all’interno della Riforma del Terzo Settore e che, pur essendo anch’esso un ente privato, ha ricevuto una dote iniziale di un milione di euro di soldi pubblici. In Pole Position per la direzione della Fondazione c’è, guarda caso, il fedelissimo renziano Vincenzo Manes, già finanziatore di società e iniziative politiche legate al premier».
Secondo Canu, dunque, «È evidente il piano del Pd di occupare i settori vitali del Paese, gestendo la cosa pubblica come fosse una sua proprietà, sovvertendo ogni principio democratico. D’altronde cosa ci si poteva aspettare da un Premier mai eletto dal popolo?».
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