“C’è una musica in quel sole/nell’orgoglio dei braccianti figli della Magna Grecia”, cantava Eugenio Bennato in “Grande Sud”. Esistono ancora i braccianti. Il bracciante agricolo è un operaio che lavora a giornata e viene ingaggiato per le lavorazioni stagionali che richiedono un incremento del numero dei lavoratori per un breve periodo di tempo, come la raccolta di frutta e ortaggi.
Sono circa 100mila, compresi i dipendenti a tempo indeterminato e a termine, gli stagionali, gli avventizi. Ad essi si aggiunge una massa di irregolari, per lo più immigrati quantificabile nei momenti di punta fino a 400mila altri lavoratori, secondo le stime della Flai-Cgil. L’età per il 70% si attesta dai 22 ai 49 anni. I braccianti sono concentrati per oltre il 60% al sud e lavorano per lo più ma non esclusivamente nell’agricoltura.
“Oltre alle scelte politiche e rivendicative sul miglioramento e sulla tutela delle condizioni di vita e di lavoro, sulla difesa e sulla salvaguardia – ha spiegato il portavoce Flai-Cgil – siamo particolarmente impegnati sul fronte della legalità. Sottosalario, diritti negati, offesa alla dignità dell’uomo sono, purtroppo, ancora oggi una costante presente specialmente nel Sud”.
Alla fine del 2011 è stata approvata la legge che definisce meglio i contorni del reato di caporalato.
“Sono partiti i primi processi in Calabria e nel salentino, e noi ci siamo costituiti parte civile”, ha spiegato la rappresentante sindacale. “Gli immigrati vengono ingaggiati dai caporali a 20-25 euro l’ora, contro i 45 lordi della paga contrattuale. Ma di questi, dieci devono darli al caporale e almeno altri 5 spariscono per ‘oneri vari’”.
Ancora più sordido è il mondo dei capò di colore, che ingaggiano nel paese di origine i braccianti, li forniscono di contratti fittizi, li deportano in Italia e li abbandonano al loro destino dopo un breve impiego in qualche campo.
L’ambiente dei braccianti è al centro anche di irregolarità finanziarie: a Corigliano Calabro è stata smascherata una maxitruffa ai danni del’Inps, con 37 arresti, 15 domiciliari e 21 obblighi di presentazione alla polizia: al centro del meccanismo le assunzioni fittizie di 4000 braccianti. I beneficiari, imprenditori agricoli, commercialisti, consulenti, lavoratori vari, disoccupati e via dicendo ai quali venivano procurate indennità Inps di disoccupazione e malattie.
Non solo di queste realtà, per fortuna, è fatto il settore dei braccianti. In Emilia, per fare un esempio, ci sono cooperative , soprattutto nel settore edilizio, che organizzano regolarmente i lavoratori e hanno cominciato ad acquisire commesse anche all’estero.