Il cardinale Matteo Zuppi e Dacia Maraini ospiti “Alle porte del Giubileo”

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Presidente Cei, card. Matteo Zuppi: “La speranza non è una scorciatoia, ci deve servire a risolvere i problemi”

ROMA – I segni di speranza del nostro tempo alla luce dell’avvio del Giubileo. Le storie e i gesti che permettono di rintracciare il bene anche in questi tempi difficili. Sono i temi che hanno messo in dialogo il presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi e la scrittrice Dacia Maraini ospiti dell’ultima puntata del programma “Alle porte del Giubileo”, condotto da Gennaro Ferrara, in onda su Tv2000 domani 21 dicembre ore 15.15.

Il presidente dei vescovi italiani e la scrittrice partono dal motto del Giubileo ‘Pellegrini di speranza’. “La speranza   osserva il card. Zuppi – non è un superamento dei problemi ma è entrare dentro i problemi e risolverli. Molte volte pensiamo che la speranza sia una scorciatoia. La speranza è affrontare il male, dentro il buio bisogna credere e cercare la luce”.

“Sono perfettamente d’accordo con il cardinale Zuppi – replica Dacia Maraini – La speranza è costruzione, non qualcosa di vago che casca dal cielo. Vuol dire affrontare i problemi con razionalità e intelligenza. In questo momento purtroppo c’è una cultura della disperazione, della rassegnazione, della passività. Chiudo le porte e non voglio sapere niente. Invece bisogna aprire le porte, guardare quello che succede nel mondo e affrontare i problemi”.

Nella bolla d’indizione del Giubileo, ‘Spes non confundit’, il Papa parla di una ‘vocazione alla felicità’ e il card. Zuppi sottolinea che “siamo fatti per cercare il bene e la beatitudine. Il Vangelo è una bella notizia perché risponde alla domanda di felicità, di senso, di futuro, di incontro che abbiamo scritto dentro ciascuno di noi. Qualche volta purtroppo abbiamo reso il Vangelo una regola piuttosto che la felicità. E capisco le regole se mi portano alla felicità. Il Vangelo ci rende umani, non è qualcosa per gli specialisti ma per tutti. Delle volte pensiamo che c’è la Chiesa da una parte e l’umanità dall’altra e questo fa male alla Chiesa e toglie qualcosa all’umanità”.

“La felicità è un diritto – rimarca Dacia Maraini – e forse la chiamerei più serenità perché la felicità è talmente difficile da raggiungere che capita poche volte nella vita. Serenità significa semplicemente avere un lavoro, una casa, non essere in guerra, non soffrire la fame. Il diritto più consacrato, più istituzionalizzato che dovrebbe essere un diritto civile che sta nella Costituzione è il diritto alla serenità”.

Nel corso del Giubileo 2025 verranno canonizzati i beati Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. “Entrambi – ricorda il card. Zuppi – nelle difficoltà hanno avuto un grande amore per il Signore. Chi cerca il Signore trova tutte le felicità. Il Papa parla infatti dei santi della porta accanto”.

“Oltre ad essere santi –  dice la Maraini – sono dei modelli civili che andrebbero sempre meglio conosciuti. Vorrei dare loro un valore anche civile. Siamo tutti dentro una cultura cristiana ma non basta solo baciare il Crocifisso bisogna anche comportarsi bene. I valori cristiani sono anche valori laici: occuparsi dell’altro, essere generosi, avere fiducia nelle proprie idee”.

“Il Giubileo della speranza ha molto da dire – conclude il card. Zuppi – ci insegna a riconoscere i poveri e soprattutto a guardarli con il cuore”.