Carnevale: il significato, le origini e le tradizioni nel mondo

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Carnevale: il significato, le origini e le tradizioni nel mondo

Ecco come e perchè si festeggia in Italia, le specialità culinarie. Tutto ciò che ruota attorno al giorno più colorato dell’anno

Carnevale è senza dubbio una delle ricorrenze più diffuse e popolari del mondo. Ma quali sono le sue origini? Da dove nasce la tradizione?

Il Carnevale è una festa legata al mondo cattolico e cristiano, anche se le sue origini vanno ricercate in epoche molto più remote: nei Saturnali della Roma antica, nell’antico Egitto e in Babilonia o nelle feste dionisiache del periodo classico greco. Durante queste festività era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Da qui il detto “Semel in anno licet insanire” (che in latino significa: una volta l’anno è lecito impazzire). Il Carnevale come lo si intende oggi e le sue tradizioni nacquero però nel Medioevo e furono sempre associati alla Quaresima.

Secondo alcuni il termine stesso deriva dal latino carnem levare, (togliere la carne), con riferimento all’ultimo banchetto del Martedì Grasso prima del digiuno Quaresimale. Secondo altri, invece, dall’espressione latina “carrum novalis” (carro navale) cioè una specie di carro allegorico, a forma di barca, con cui i romani inauguravano le commemorazioni.

Oggi la tradizione della sfilata dei carri allegorici ricorre in tante località. La materia prima dei carri odierni è la cartapesta, o meglio la carta a calco. Inventata dal pittore e costruttore viareggino Antonio D’Arliano nel 1925, ha permesso di realizzare opere sempre più grandi, ma allo stesso tempo leggere.

L’uso della maschera è antichissimo. Utilizzata per rituali, dall’epoca dei Saturnali ai giorni nostri servi per procurarsi una nuova identità e per sovvertire i ruoli imposti dalla società.

Vi siete mai chiesti perché si usano i coriandoli? Nel Rinascimento per Carnevale i semi del coriandolo venivano glassati con lo zucchero e lanciati sui carri in sfilata in segno di partecipazione. Dal Rinascimento in poi i dischetti furono sostituiti da più economiche pallotole di gesso colorate. Solo nel 1875 si adottarono i dischetti di carta grazie a Enrico Mangili, un ingegnere di Crescenzago, paese in provincia di Milano.

Purtoppo, quest’anno il Carnevale, partito in sordina, è stato ridimensionato dalle disposizioni adottate per contenere i focolai da contagio da Coronavirus, già presente in alcune zone d’Italia. Annullato il Carnevale di Venezia, tra le manifestazioni più grandi, proseguono quello di Ivrea, dove ogni anno, a partire dal 1808, nove contrade si danno battaglia a colpi di arance, e quello di Viareggio, che dal 1873 un dei più importanti in Europa e nel mondo.

Chiudiamo parlando di gastronomia. Fritti, al forno, ripieni, fragranti, i dolci di Carnevale sono numerosi forse perchè la tradizione prevedeva che si potesse cedere ai peccati di gola prima delle ristrettezze dettate dalla Quaresima. Tra i più famosi troviamo le chiacchiere, conosciute anche come frappe o bugie, striscioline di pasta preparate con farina, zucchero, burro, uova e cosparse di zucchero a velo; le fritole veneziane, preparate con una pastella di farina, uova, latte e zucchero, uvetta sultanina, pinoli. Fritte e servite con una spolverata di zucchero semolato; le ciambelle fritte, preparate con un impasto di farina, uova, olio e lievito e  fritte e la coloratissima cicerchiata, che si presenta come un mucchietto di palline di circa un centimetro di diametro, fritte nell’olio d’oliva e assemblate con il miele.