La donna, proprietaria di un appartamento in zona piazza D’Armi, secondo la polizia “favoriva e sfruttava la prostituzione di numerose persone, donne e transessuali, di nazionalità brasiliana, colombiana e venezuelana”. Dall’attività investigativa, iniziata nel 2015, è emerso che l’abitazione veniva ceduta sistematicamente in locazione per brevi periodi. L’attività delle prostitute veniva pubblicizzata su siti Internet specializzati.
Secondo quanto ricostruito, la donna otteneva somme in contanti dai 250 euro a settimana ai 720 mensili (compresi luce, acqua e gas) senza alcun contratto o talvolta con contratto in cui figurava un canone molto inferiore a quello percepito. Le prestazioni sessuali partivano dai 50 euro.
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