Casellati ammette che “la missione sarà impegnativa, complicatissima” e la affronterà “con molta umiltà ma anche con molta determinazione. La prima cosa che farò, già dalle prossime settimane, sarà un’attività di ascolto. L’ho già detto ai capigruppo, ne ho già parlato con Salvini, Calderoli e anche con Berlusconi. Voglio sentire le posizioni di tutti, i leader dei singoli partiti, gli stessi capigruppo, i loro esperti, e poi voglio consultarmi anche con i costituzionalisti, per poi tirare le fila e capire quale può essere il punto di caduta finale”.
Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno, ha parlato del modello francese di semi-presidenzialismo. “Io – dice – i modelli li ho studiati tutti, almeno quelli già sperimentati, perché dobbiamo evitare di andarne a cercare chissà quali altri. Tutti i modelli hanno i pro e i contro, e tutti si devono portare dietro una riforma della legge elettorale. Il presidenzialismo americano è per noi più complesso, perché poggia su un sistema federale che è l’opposto del nostro. Il modello francese è sicuramente più abbordabile. Sia per ragioni tecniche, anche se renderebbe necessario un diverso bilanciamento dei poteri tra i due presidenti, uno eletto e uno nominato. Sia per ragioni politiche, perché sul semi-presidenzialismo ci fu un quasi accordo ai tempi della Bicamerale di D’Alema, e poi una disponibilità della sinistra ai tempi della Commissione dei Saggi istituita dal presidente Napolitano. Per questo la Meloni ha evocato il modello francese e per questo io stessa ho detto pubblicamente, alla festa dei dieci anni di Fratelli d’Italia, che se l’opposizione è coerente oggi deve dire sì al semi-presidenzialismo”.
Comunque “il filo che stavolta dovrebbe tenerci tutti uniti è uno solo e cioè dare finalmente più stabilità ai governi, e dunque all’intero sistema politico del Paese. Siamo l’unica nazione d’Europa in cui dal dopoguerra abbiamo avuto 69 governi, in pratica uno ogni 14 mesi. Lei capisce che così non possiamo andare avanti…”. Il primo passaggio sarà con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “ne ho parlato con la presidente Meloni, che mi ha già preannunciato che farà a sua volta lo stesso passaggio al Quirinale: la questione è troppo delicata, e non possiamo né vogliamo incappare in sgrammaticature istituzionali”. L’obiettivo finale è “arrivare a una soluzione quanto più possibile no-partisan” ed “è chiaro che le riforme costituzionali andrebbero fatte sempre tutti insieme” però “è altrettanto chiaro che se l’opposizione non ci sta, allora le faremo a maggioranza. Stavolta la posta in gioco è troppo alta, non ci possiamo fermare di fronte ai pregiudizi altrui”.
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