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Catia Acquesta al Festival della “parola in-sorgente” con don Ciotti, Fabio Cantelli e S.E. Staglianò

CERESOLE REALE – Tre giorni intensi, veri e profondi nella seconda edizione del Festival della “parola in-sorgente” a Ceresole Reale, piccola perla nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un parterre di altissimo profilo professionale proveniente da tutta Italia coordinato dall’impeccabile Fabio Cantelli Anibaldi. Tra i numerosi partecipanti, don Luigi Ciotti, S.E. Antonio Staglianò, la giornalista e scrittrice Catia Acquesta, il conduttore e scrittore Bruno Gambarotta, la scrittrice Loretta Patrini, l’autore, imprenditore e main sponsor dell’evento Paolo Costa, il giornalista Jacopo Ricca e lo scrittore Walter Siti.

“Vivere, non solo sopravvivere: dal buco della sofferenza e dell’angoscia all’aperto della rinascita”, il tema trattato da Acquesta presidente di Alleati con Te, la prima associazione italiana a supporto di tutte le associazioni contro la violenza. “Testimoniare che è possibile rinascere dal dolore e dalla sofferenza, percorrendo il ricordo dei traumi subiti non è per niente semplice – dichiara Acquesta – ma aiuta chi sta attraversando un momento buio della vita a sentirsi meno sola. La coralità ci salva. Serve tanto coraggio e anche scegliere di perdonare chi ci ha fatto del male, come scrivo nel mio ultimo libro “Perdona, Rinasci, Ama”. Il perdono ci salva, è un regalo che facciamo a noi stessi non al nostro aguzzino. Ci permette di non rimanere vittima ancora una volta o per tutta la vita continuando a vivere nel rancore di quello che ci è stato fatto”.

Tra i vari libri presentati, anche quello dell’autore Paolo Costa, “Corpi nell’acqua”, in un dialogo molto interessante insieme allo scrittore Bruno Gambarotta. “Sono stati giorni molto intensi – racconta Costa – per questa seconda edizione del Festival “La montagna disincantata”. In quella che fu la sala da ballo del Re di Sardegna (oggi intelligentemente gestita dall’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso), un gruppo di amici ha dato vita, per la durata di tre indimenticabili giornate, ad una serie di incontri, piacevoli per la semplicità delle esposizioni, interessanti per la loro profondità. Ognuno dei partecipanti ha dato un prezioso ed importante contributo”.

Don Luigi Ciotti ha sottolineato che “il tornare a essere umani, di cui si è dialogato a Ceresole richiede da parte di tutti un esame di coscienza, un’analisi lucida e intransigente dei propri vissuti e delle proprie responsabilità. Troppi – a cominciare da chi detiene il potere politico ed economico – non vedono o non vogliono vedere la natura relazionale dell’essere umano. Siamo fatti di alterità e di diversità, siamo “meticci” per natura. Ed è difficile prendersi cura dell’altro davanti a noi se prima non si è riconosciuto l’altro in noi, l’altro che ci abita, l’altro che in fondo siamo. Senza questo riconoscimento che amplia lo sguardo della mente e apre l’anima all’accoglienza, il mondo continuerà a dividersi tra “idonei” e “anormali”, tra ricchi e poveri o, per dirla con Primo Levi, tra sommersi e salvati”.

S.E. Antonio Stagliano’ nel suo intervento ha affrontato anche l’importanza della ‘Pop-Theology’ per comunicare con i giovani che ormai non vanno più in Chiesa e però devono poter incontrare il cristianesimo dovunque si trovino: “Anche su Spotify – afferma- attraverso le canzonette, soprattutto quelle che con i loro testi intercettano drammi umani in cerca di speranza, di riscatto e di liberazione. È chiaro che la Pop-Theology non ha la mission di “portare i giovani in Chiesa”, ma di presentare il cristianesimo come interessante per la loro vita: il cristianesimo, infatti, è la presentazione dell’umanità bella e buona di Gesù che vive d’amore e così rivela la “giustizia dell”amore”, manifesta la verità dell’amore nel dono di spingere il dono della vita fino alla morte. Ecco la bellezza che salverà il mondo, la vedi nel Crocifisso che manifesta il vero volto di Dio solo e sempre amore. È un Dio che non si vendica, non si adira, non manda piaghe o castighi, piuttosto perdona e ha misericordia. Scoprire in Gesù questo Dio-agape umanizza la vita di tutti, anche quella dei giovani, i quali non dovrebbero cercare modelli di umanità che invece sono forme di barbarie e di abruttimento, proposte dalla società dell’ipermercato”.

L’ideatore e moderatore del festival, Fabio Cantelli, filosofo e scrittore: “A Ceresole abbiamo cercato di parlare di società in una prospettiva estranea ai dettami della sociologia e della psicologia. L’aspirazione è stata quella di andare oltre il solito dualismo tra individuale e sociale – e a tutto quello che ne consegue in termini di conflitti politici e culturali – per fermarci a riflettere sull’esistenziale, cioè sul senso del nostro esserci su questa Terra e su come vivere con umani diversi da noi ma con i quali è forse possibile trovare qualcosa che ci accomuni e che ci faccia sentire in qualche modo simili, in qualche modo comunità. Obbiettivo che presuppone però un andare alle radici della questione, ai bisogni, speranze, desideri e paure che da sempre caratterizzano il nostro passaggio sulla Terra. In quest’esplorazione verticale, in questo scandagliare profondità è racchiuso il significato del titolo del Festival: non restare umani ma tornare a esserlo”.

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Redazione L'Opinionista

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