ROMA – E’ stato presentato ieri alla stampa, nella sala Caduti di Nassirya del Senato, “Perdona, Rinasci, Ama – Anche tu puoi essere felice” con la prefazione di Paola Perego, il nuovo libro della scrittrice e giornalista Catia Acquesta, coordinatrice del Lazio di Unione Nazionale Vittime e portavoce di Medea. Una sala gremita e un pomeriggio speciale e di rinascita per tutte le persone che sono state vittime, perché Catia Acquesta con il suo libro da’ una speranza di vita felice e di serenità. Uno spiraglio futuro di rinascita.
Tutti i relatori della conferenza stampa – la conduttrice Paola Perego, la Senatrice Tilde Minasi, la presidente di Unione Nazionale vittime Paola Radaelli, l’Avvocato penalista Fabio Federico, il presidente di Medea Daniele Natalizia e lo psicanalista Domenico Carbone – hanno speso parole di ammirazione e grande apprezzamento sull’autrice Catia Acquesta, non solo per quest’ultima sua opera letteraria piena di speranza per tutti ma anche per aver saputo affrontare la vita da tantissimi anni accanto alle vittime di violenza sempre con il sorriso e con grande cuore, sensibilità e professionalità.
“Un libro che ho divorato – afferma Elisabetta Migliorelli del Tg2, moderatrice dell’evento – che mi ha riempito il cuore di speranza e di luce, perché il libro di Catia è la prova che nella vita anche dopo essere stata vittima si può essere felice”. E Paola Perego aggiunge: “Il sorriso di Catia, e questa solarità che la avvolge e irradia chiunque intorno a lei, è la prova che il dolore possa essere superato e sconfitto. Sono onorata di aver curato la prefazione del suo libro. Certo, io personalmente trovo davvero difficile perdonare”.
La senatrice Tilde Minasi, che ha aperto i lavori, ha raccontato come, leggendo il libro di Catia Acquesta, si possa arrivare a dare un contributo importante a tutte le vittime: “Un libro, questo di Catia, che è anche un manuale di sopravvivenza e poi di felicità”. Una conferenza stampa piena di emozione, tanto cuore ma soprattutto di perdono. La prima parola del titolo del libro che ha aperto un dibattito animato su quanto sia difficile perdonare. La presidente Radaelli afferma: “Mi rendo conto che perdonare è veramente complicato e faccio i complimenti a Catia che lei ci sia riuscita perché credo che sia una cosa quasi impossibile. Con questo meraviglioso libro Catia è riuscita ad andare oltre ogni schema e limite, sono davvero felice di aver curato la sua post-fazione. Catia ha dimostrato di dare un valore aggiunto a tutte le cose che fa e questo libro ne è la prova”.
L’autrice spiega: “Perdonare è possibile, dovremmo provarci tutti a lavorare su noi stessi per arrivare a perdonare. E, più grande è il dolore causato, più il perdono ci regala serenità, felicità e voglia di vivere iniziando proprio dall’amore per se stessi. Coltivando le proprie passioni e inseguendo i propri sogni, quelli, che a volte ci sono stati anche calpestati. La vita è un dono troppo prezioso per rimanere vittima due volte, la prima quando si subisce e la seconda perché ancorati all’odio, alla paura di vivere o alla mancanza di fiducia nel prossimo. Usciamo dal tunnel e riprendiamoci la nostra vita”.
“Questo libro – afferma l’avvocato Federico – è la dimostrazione che la felicità possa esistere nonostante le ingiustizie subite, che la libertà è un elemento importantissimo della nostra vita. Essere liberi e sentirsi liberi. Catia, questo, lo fa capire bene, ed io sono accanto a lei nelle sue battaglie e per una vita libera e felice”. Acquesta conclude ringraziando tutte le persone che nella sua vita le stanno accanto supportandola nelle sue battaglie verso una giustizia più giusta e nel cammino sulla strada della felicità. Sottolinea anche l’importanza della prevenzione attraverso la cultura: “Un libro può dare speranza, cambiare la vita e far vedere una visione diversa delle cose e dell’amore, ecco perché è importante che nelle scuole venga istituita la materia sull’educazione sentimentale. I giovani devono assolutamente sapere e capire cos’è l’amore e il rispetto. Soprattutto se non l’hanno mai vissuto nella propria famiglia e tra le mura domestiche”.