ROMA – Il Segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, in un’intervista ai media della Conferenza Episcopale Italiana e riportata da Vatican News, in merito al protocollo per le celebrazioni religiose, ha dichiarato che il dialogo con le Istituzioni governative è quotidiano e all’insegna di una collaborazione leale. Da lunedì la Chiesa avrà la possibilità di celebrare le esequie, che erano state sospese a causa dell pandemia di Coronavirus.
Monsignor Russo ha affermato che si sta lavorando da un paio di settimane su un protocollo per le celebrazioni eucaristiche, che minimizzi al massimo il rischio del contagio: preservare la salute di tutti deve essere un interesse primario. Nella Messa a Casa Santa Marta Papa Francesco aveva invitato alla prudenza e all’obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni.
Il Segretario generale della Cei ha detto che le parole del Santo Padre sono la cifra essenziale per il cammino da compiere da qui alle prossime settimane. In quelle parole non c’è contrapposizione con la Chiesa italiana: il Papa sostiene da sempre e con paternità il nostro agire. La Chiesa ha un’armonia polifonica, non contrapposta nelle sue voci, ma unita dalla comunione e dall’umanità.
Non tenere conto della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni significherebbe essere ciechi e decontestualizzati rispetto al vissuto di tristezza e dolore con cui stiamo ancora facendo i conti. Nascono da questa passione per l’umanità anche le parole dei vescovi italiani. Per Monsignor Russo, quindi, nessuna fuga in avanti né tanto meno irresponsabilità; ha ribadito, poi, che il confronto e il dialogo con le Istituzioni governative non è mai venuto meno, all’insegna di una reciproca stima.
Parlando della giornata del 1° maggio, in cui la Chiesa affida il Paese a Maria, il religioso ha sottolineato che è un affido che giunge dopo un periodo doloroso, in cui tante persone hanno vissuto nella preghiera questa fase così complicata e difficile. Maria è colei che si fida e si affida al Signore, crede nonostante tutto all’amore di Dio: vogliamo presentarci a Maria e affidare a lei questo tempo, le nostre passioni, la volontà di camminare con lei e come lei verso il Signore.
È l’affido di tutte quelle persone che si sono spese per gli altri, di tante famiglie che vivono situazioni di sofferenza o hanno visto lutti. È l’affido anche del mondo del lavoro, tra i più colpiti: il 1° maggio è la memoria di San Giuseppe lavoratore, sposo di Maria. È un affido dell’intero nostro Paese.
Foto di Mons. Stefano Russo fonte sito Chiesacattolica.it
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