Una giornata tra proiezioni delle prime pellicole in concorso, incontri, concerti ed attesi ospiti, tra i quali Paolo Rumiz
BOSCO CHIESANUOVA (VR) – Sabato 20 agosto 2016, alle ore 18.00, il palcoscenico del Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova (VR) ospita la cerimonia di apertura della ventiduesima edizione del Film Festival della Lessinia.
Dopo lo strepitoso evento sulle note della colonna sonora del colossal del cinema muto Inferno di Francesco Bertolini ad opera del jazzista Mauro Ottolini, alla rassegna cinematografica internazionale della Lessinia fanno il loro debutto sul grande schermo le pellicole in concorso, ed iniziano ad arrivare i primi attesi ospiti, come lo scrittore Paolo Rumiz con il suo ultimo lavoro letterario.
A seguire il momento inaugurale è l’omaggio al sottosuolo racchiuso nella potente e simbolica comparazione con la Divina Commedia che il documentarista Zhao Liang propone nel film Behemoth (Francia, Cina 2015) nel quale accosta il reportage sulle tremende condizioni di vita (e di morte) dei minatori cinesi con una surreale metafora delle tre cantiche dantesche: l’Inferno della miniera, il Purgatorio dei letti d’ospedale dove se ne curano le conseguenze, il Paradiso delle città fantasma delle metropoli cinesi, miraggio di vita per cui si è disposti a lavorare in condizioni disumane, e si muore. Il giovane regista descrive il devastante impatto ambientale ed umano delle miniere di carbone nella regione centrale della Mongolia.
IL CONCORSO:
Alle 21 le proiezioni delle opere cinematografiche in concorso. L’esordio spetta a Chain – Catena (Francia 2014) di Eicke Bettinga. Un film girato in ricordo delle migliaia di vittime senza nome ammazzate nel tentativo di attraversare il confine tra l’Europa dell’Est e quella dell’Ovest, il cortometraggio induce a riflettere, attraverso immagini e dialoghi essenziali, sull’assurdità dell’obbedienza e l’ineluttabilità della scelta.
A seguire Inverno Afghano (Svizzera 2016) dei registi Mario Casella e Fulvio Mariani: un viaggio con gli sci ai piedi nel cuore segreto ed affascinante dell’Afghanistan per testimoniare la vita nei dintorni di Herat, nella regione di Bamyan, a Kabul e lungo il corridoio del Wakhan, tra il confine del Pamir e del Karakorum. Esplorazione umana di un Paese messo in ginocchio da decenni di guerre, per mesi isolato da freddo e neve.
Parole alte. Ritorna al Film Festival della Lessinia Paolo Rumiz a presentare Appia: è il libro con cui ha riconsegnato all’Italia e al mondo l’itinerario perduto della prima grande via europea, da Roma a Brindisi. Percorsa a piedi con un manipolo di amici, cavando dal silenzio della storia segmenti cancellati, ascoltando le voci del passato e destando la fantasia di chi ha incontrato durante il suo itinerario.
Nella pubblicazione (Feltrinelli, 2016) prende corpo una galleria di personaggi memorabili e, mentre si costeggiano agrumeti e mandorleti, si incontrano le tracce di Arabi e Normanni. Poi Alessandro Scillitani, autore del documentario Il cammino dell’Appia antica, che alle 16 al Teatro Vittoria dialogherà con Rumiz nell’incontro di Parole alte promosso in collaborazione con l’Ateneo scaligero.
Sono due i film ad aprire la sezione Montagne italiane, che rende omaggio alle terre alte d’Italia. Alle 11 è in programma la visione di Più in alto delle nuvole di Fredo Valla (Italia 2016). Accompagnate dai poetici versi in musica di Giorgio Conte, le immagini originali e l’animazione ricostruiscono la storia di Jorge “Géo” Chávez, pioniere dell’aviazione francese di origine peruviana che compì impresa di sorvolare per la prima volta le Alpi nel 1910.
Di seguito, Nauz (Italia 2016) di Jochen Unterhofer in cui i versi in lingua ladina di Roberta Dapunt descrivono, con le musiche di Eduard Demetz a fare da sottofondo, il tradizionale e truce rito della macellazione del maiale che da secoli si perpetua uguale a se stesso nelle masserie della Val Badia.
INFO: www.ffdl.it