Economia

Certificazione del credito, la panacea contro la lentezza della Pubblica Amministrazione

Le imprese e i professionisti che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione possono richiedere la certificazione delle fatture insolute. Si tratta della via più breve (e sicura) per ottenere il pagamento in tempi certi e rendere finanziabile il credito, ‘aggirando’ la lentezza cronica degli enti pubblici nel saldare i compensi degli appalti.

Con la certificazione, la PA riconosce l’esistenza del debito nei confronti dell’impresa. Questo documento, una volta rilasciato, apre un ventaglio di possibilità: l’impresa può cedere il credito certificato a terzi (banche o società intermediarie specializzate in questa attività) oppure ‘scalarlo’ da eventuali somme dovute al fisco.

Ecco come richiedere e ottenere la certificazione.

Possono essere oggetto di certificazione i crediti vantati nei confronti di:

  • Amministrazioni statali, centrali e periferiche, comprese scuole, enti di formazione pubblici e soprintendenze dei beni culturali
  • Regioni
  • Enti locali (comuni, province, città metropolitane)
  • Enti del Servizio Sanitario Nazionale (Asl e aziende ospedaliere)
  • Università

Al contrario, la certificazione non può essere richiesta a:

  • Organi costituzionali
  • Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e altri Enti pubblici di natura economica
  • Enti locali commissariati per motivi di infiltrazione mafiosa.

Per richiedere la certificazione all’ente pubblico debitore, il titolare del credito (o un suo delegato, generalmente il suo avvocato o commercialista) deve:

1. registrarsi sul portale del Ministero dell’Economia e delle Finanze
2. inserire i dati personali (tra cui l’indirizzo di posta elettronica certificata) e il codice fiscale dell’impresa creditrice
3. allegare il modulo di autodichiarazione (scaricabile dal sito) compilato e firmato, insieme al documento d’identità del richiedente

Una volta ricevute le credenziali di accesso, bisogna indicare il codice fiscale dell’amministrazione debitrice, selezionare le fatture insolute e confermare la richiesta.

La PA ha trenta giorni di tempo per dare una risposta. In caso di responso affermativo, o in assenza di riscontro entro 7 giorni, la procedura è considerata chiusa con esito positivo. L’amministrazione, a questo punto, è tenuta a inviare tramite PEC la certificazione che attesta il credito.

Presentare istanza di certificazione del credito è indispensabile, perché consente di ottenere dall’amministrazione debitrice l’indicazione di una data certa di pagamento. In alternativa, è sempre possibile:

  • avviare le cessioni del credito in modalità pro soluto o pro solvendo tramite banche o altre società specializzate, che subentrano al creditore nel rapporto con la PA
  • ricevere dalla banca o società di factoring un anticipo di liquidità sui crediti
  • utilizzare il credito in compensazione delle somme dovute al fisco.

Foto da aniem.it

PR

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