Musica

“Che poi se ridi” è il nuovo singolo degli Aspettativa

“Che poi se ridi è avere accanto una persona che con una risata ti rimette al mondo, un McFlurry alle 4 di mattina, il sollievo del vento che improvvisamente scompiglia tutto”

Fuori da mercoledì 1 dicembre per Under Roof il nuovo singolo degli Aspettativa. La band post 2001 torna con il brano Che poi se ridi, un pezzo che intreccia un pop punk anni 80, frenetico e sguaiato come una risata. Il singolo vede ancora una volta la produzione di Marco Carnesecchi con il mix e il master di DDR Studio.

Gli Aspettativa ci hanno gentilmente concesso un’intervista.

“Che poi se ridi” è il vostro nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Che poi se ridi nasce grazie a una risata sguaiata che poi abbiamo pensato fosse la consapevolezza di avere accanto una persona che con una risata ti rimette al mondo. É un Mc Flurry alle 4 di mattina, è il sollievo che si prova quando si tira giù il finestrino in macchina e il vento improvvisamente scompiglia tutto. Che poi se ridi con la produzione di Marco Carnesecchi per l’etichetta Under-Roof intreccia un pop punk anni 80, frenetico e sguaiato come una risata.

Cosa volete trasmettere con questo brano?

L’obiettivo è quello di trasmettere good vibes, spensieratezza e chissà, forse anche lasciare un sorriso… tante volte ci arrampichiamo sugli specchi per cercare qualcosa che solamente il sorriso di quella determinata persona ti può dare, in un certo senso è proprio quello che ti fa sentire speciale…noi speriamo di esserci riusciti.

Che tipo di accoglienza vi aspettate?

Ci piacerebbe che il nostro brano venisse interpretato come un manifesto della spensieratezza, cosa di cui abbiamo tutti bisogno, e che dai nostri coetanei venisse preso così. Vedendo il feedback che stiamo avendo siamo molto contenti, però questo ovviamente non toglie il fatto che vorremmo far sorridere tutti…noi ci proviamo, ce la date una mano?

Com’è nata la nostra band?

Aspettativa è un progetto che nasce ufficialmente nel 2014, ma in casa dei tre fratelli Elia, Ester e Gabriele era nato da molto prima…quando siete tre fratelli, ognuno suona uno strumento diverso e tutti e tre dormono nella stessa camera, cosa vuoi che succeda? Suonavamo praticamente tutti i giorni, per puro divertimento, cambiavamo le canzoni inventando testi o musicavamo pagine di libri che trovavamo in casa, tutto il giorno tutti i giorni. Essere fratelli e colleghi allo stesso tempo non è facile perché si sa, se si è fratelli non si può non litigare, anche pesantemente, ma è vero che questa cosa ci da forza perché ci permette di poter contare l’uno sull’altro, potendosi fidare ciecamente…poi dal 2014 è entrato a far parte della band il Catta che è stato scelto appositamente dal nostro produttore Marco Carnesecchi e possiamo dire che anche lui si è ambientato benissimo in questo clima di Band-Family.

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Pubblicato da
Francesco Rapino
Argomenti: Intervistesingolo

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