Masa Squiat ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Chi l’avrebbe detto” è il tuo ep d’esordio, di che cosa si tratta?
Ciao a tutti, “Chi L’avrebbe Detto” è un progetto di 7 tracce, sviluppatosi nel corso di un anno nel quale abbiamo registrato numerose demo, l’idea iniziale era quella di realizzare un album, ma abbiamo preferito impacchettare la “crema” dei provini raccolti e realizzare dunque un Ep. È un progetto molto variegato, sia nelle produzioni, affidate a mio fratello non di sangue Afterouge, che nei contenuti, non mi divulgo troppo ma vi invito a dargli un ascolto.
Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro?
Ho voluto raccontare me stesso, con la massima sincerità, senza troppi filtri.Richiamo spesso il concetto di “vita” durante il disco, riprendendolo sotto varie sfumature, quindi diciamo che se vogliamo, nello scorrere dei testi, c’è una sorta di partita a scacchi con l’esistenza. E credo di aver placato la sete di alcune domande che mi hanno portato a scrivere brani come CV o Autostop.
Sei il primo rapper in Italia a pubblicare un disco in formato NFT, parlaci di questa “novità”.
Si siamo i primi in Italia ad aver pubblicato un album sotto questa nuova veste. Devo in realtà ringraziare il mio beatmaker Afterouge perché è stato lui a sbattersi per creare queste copie in versione digitalizzata. Per farla breve abbiamo creato una copia per ogni singolo dell’Ep, 7 tracce 7 nft, unici e non duplicabili, dunque chi scommette su di noi si troverà in un futuro non troppo distante, un’opera super esclusiva, un po’ come i pezzi di Exodia o come il biglietto d’oro di Willy Wonka. Per voler acquistare una delle copie disponibili bisogna andare sul sito OpenSea, le transazioni avvengono tramite criptovaluta Ethereum. Il prezzo parte di ogni singola copia parte da 1 Ethereum, e va man mano a scendere fino a 0,01 Ethereum. Per qualsiasi info scriveteci su instagram @masasquiat @afterouge_official. Ai lettori incuriositi sull’argomento consiglio di approdondire le ricerche su google perché è un discorso un po’ lungo da raccontare in un intervista.
Come ti sei avvicinato al mondo del rap?
Ad ascoltare musica di questo genere sin da bambino, tramite un mio zio che aveva tutti i dischi dei più grandi rapper americani e non, da Tupac a Notorious, ai Co’Sang per citarne alcuni.. Poi la passione per la scrittura è nata qualche anno dopo intorno ai 15, scrissi una sorta di saluto a mia nonna quando venne a mancare, e da li’ quell’approccio terapeutico che si innesco’, divenne il motore pulsante che mi sta portando ad oggi a rendere la mia musica una professione vera e propria.
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