ROMA – Si sono tenuti ieri, lunedì 27 febbraio, i funerali di Maurizio Costanzo a Roma in Piazza del Popolo nella Chiesa degli Artisti. Una folla di artisti al suo capezzale in Chiesa e una folla pure fuori del popolo. Un giornalista televisivo e radiofonico, appassionato di teatro, curioso un grande lavoratore. Amico di molti, la sua vita era ormai profondamente intersecata a quella degli italiani che da anni lo seguivano nei suoi talk show, nella sua Buona Domenica prima, nel suo memorabile Maurizio Costanzo Show e in tantissimi altri format e progetti da lui sostenuti, creati, guidati. Toccante l’omelia del sacerdote che lo aveva conosciuto due anni prima, Don Walter Insero, la lettera sentita della figlia Camilla alla fine della celebrazione e sia pure la preghiera-poesia degli artisti letta e interpretata da un Gerry Scotti commosso. Una celebrazione che ha presentato la morte in una esistenza condotta a pieno sui palchi tra ospiti, danze, interviste, luci, riflettori, applausi, notorietà. Una esistenza fatta comunque di umiltà e semplicità, ha detto il sacerdote. Una vita di uomo che non si professava credente, ma che lo ha portato a volgere l’invocazione alla Vergine negli ultimi istanti. Una vita che lo ha tenuto davanti e dietro i sipari nel velo della fede senza privarlo della bontà di chiedere alla Mamma Celeste la grazia di accoglierlo.
Oggi, tante persone riconoscenti del suo servizio che si sono confrontati con la fine ineluttabile, che forse hanno percepito come nulla vada perso soprattutto quando a seminare c’è l’intenzione benevola senza secondo fine. Potrebbe sembrare un ossimoro che un grande su questa terra se ne vada senza troppo preavviso, da un letto d’ospedale, nel silenzio chiuda le tende del suo spettacolo eppure così è andata. Maurizio Costanzo ha mostrato come ad un certo punto, occorra uscire di scena per un altro scenario. Accade e il vuoto richiede lo sforzo di un altro linguaggio, ha detto Don Walter.
“Giù il sipario ma è finito solo il primo atto”. Don Walter
Se ne va un pezzo di storia per la televisione e il giornalismo italiani, se ne va con un abbraccio corale e la preghiera, come richiesto da Don Walter, per accompagnarlo verso il volto splendente del Padre.