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“Cibus Connect”, Giansanti interviene alla sua inaugurazione

Lo sviluppo del sistema agroalimentare del Mezzogiorno richiede una maggiore e diffusa presenza sui mercati internazionali

PARMA – “Il sistema agroalimentare nel Mezzogiorno è vitale e non è rimasto ai margini della ripresa economica che si è registrata negli ultimi anni. Tuttavia, esistono limiti strutturali che impediscono la piena realizzazione delle potenzialità del settore”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti all’inaugurazione di “Cibus Connect”, a Parma, commentando il Rapporto Ismea sulla competitivita’ dell’agroalimentare nel Mezzogiorno.

Giansanti ha ricordato che le esportazioni agroalimentari del Mezzogiorno continuano a crescere, ma resta il fatto che l’incidenza sul totale nazionale resta contenuta: meno del 20 per cento.

“Lo sviluppo del sistema agroalimentare del Mezzogiorno richiede una maggiore e diffusa presenza sui mercati internazionali – ha sottolineato Giansanti -. Non si può fare affidamento solo sulla domanda interna”.

L’export agroalimentare italiano ha conseguito risultati eccezionali negli ultimi anni. É aumentato di circa l’80 per cento nel trascorso decennio. E nello stesso periodo è anche cresciuto di dieci punti percentuali il rapporto tra il fatturato all’esportazione sul valore complessivo della produzione. Ma questi dati non stanno ad indicare una situazione positiva per tutte le componenti della filiera. Ad esempio, le nostre esportazioni di prodotti ortofrutticoli allo stato fresco perdono terreno: oltre sei punti percentuali in meno in termini di valore lo scorso anno sul 2017. E lo scorso anno il valore delle esportazioni italiane di ortaggi freschi (1,5 miliardi di euro) è stato largamente inferiore alla spesa sostenuta (2,5 miliardi) per le importazioni di grano tenero, grano duro e mais. Ma, soprattutto, l’aumento delle esportazioni dell’industria non è stato accompagnato dalla crescita della produzione agricola. “Stiamo diventando sempre di più un Paese che trasforma materie prime agricole acquistate fuori dai confini nazionali”, ha evidenziato il presidente di Confagricoltura.

Giansanti ritiene sia possibile far salire nel giro di pochi anni le esportazioni del settore agroalimentare fino a 50 miliardi di euro. Ma per centrare l’obiettivo ritiene che si debba tornare a discutere di rapporti interprofessionali, cercando di trovare un accordo su un moderno e strutturato sistema di relazioni, nella distinzione dei ruoli, che garantisca un prezzo adeguato dei prodotti per tutti e un giusto ritorno per gli investimenti.

“Abbiamo inoltre l’esigenza di guardare con fiducia ai risultati della ricerca scientifica e di cogliere tutte le opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche che cambieranno il modo di produrre, vendere e promuovere la qualità del ‘Made in Italy’ agroalimentare”, ha aggiunto Giansanti.

Infine, il presidente di Confagricoltura ha fatto riferimento agli accordi commerciali che, con la crisi del sistema multilaterale di regolazione degli scambi fondato sul WTO, a suo parere sono vantaggiosi per l’Italia, purchè siano rispettati criteri di reciprocità nel rispetto delle regole in tema di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e delle risorse ambientali.

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