Il regista si è spento a 84 anni a Roma. Era in coma da domenica sera
ROMA – Ci lascia uno dei principali esponenti della commedia all’italiana, filone cinematografico sorto in Italia nel corso degli anni cinquanta del Novecento e sviluppatosi nei successivi anni Sessanta e Settanta.
Ettore Scola era noto per capolavori come ‘C’eravamo tanti amati’ (1974), dedicato a Vittorio De Sica, scomparso durante la lavorazione del film; ‘Una giornata particolare’ (1977), pellicola che ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali vincendo, tra gli altri, il Golden Globe quale miglior film straniero e ricevendo inoltre due candidature al Premio Oscar, per il miglior film straniero e per il miglior attore, a Marcello Mastroianni; e ‘La famiglia’ (1987), in cui il protagonista Carlo viene seguito dal suo battesimo fino all’ottantesimo compleanno.
Scola, nato a Trevico (AV) nel 1931, si trasferisce con la famiglia a Roma dove è disegnatore e battutista sul ‘Marc’Aurelio’ di Ruggero Maccari. Oltre quest’ultimo i suoi maestri sono anche Mario Mattoli, Steno, Antonio Pietrangeli, Totò e Sordi.
Gli anni ’70 coincidono con la massima creatività dell’autore che però firma le sue prime sceneggiature già nei primi anni ’50, conoscendo successi da ‘Un americano a Roma’ a ‘Accadde al commissariato’, da ‘Il conte Max’ a ‘Il mattatore’ o ‘La marcia su Roma’. Nel 1964 gira il film ‘Se permettete parliamo di donne’ che ottiene un buon successo ma è nel ’68 che si fa conoscere al grande pubblico con ‘Riusciranno i nostri eroi’, interpretato da Nino Manfredi, Alberto Sordi e Bernard Blier.
I capolavori del maestro, “C’eravamo tanto amati”, “La terrazza” e “La famiglia”, attraverso le storie personali dei protagonisti, sono testimoni della storia del nostro Paese. “Non mi pare che le cose siano migliorate – commentava di recente -, anzi. Ma mi fa piacere che titoli come “La terrazza” o “La famiglia” si vedano ancora, fotografano momenti di svolta importante nella nostra vita , specie il secondo che abbraccia idealmente 80 anni di storia italiana”.
Scola è sempre stato in prima fila nelle grandi battaglie civili ed artistiche del paese è stato inoltre padrino di manifestazioni culturali come il Festival di Annecy e quello di Bari, la Casa del Cinema (fondata dall’amico Felice Laudadio), la Festa di Roma (di cui ha presieduto la prima giuria, nel 2006).
Il cinema italiano saluta oggi un uomo modesto e autoironico, nonostante i numerosissimi riconoscimenti ottenuti durante la carriera. Ci restano le sue pellicole, attraverso cui le nuove generazioni hanno e avranno l’opportunità di conoscere meglio uno squarcio di storia italiana studiata solo sui libri.
Foto “Ettore Scola (1983)” di Rob Bogaerts / Anefo – Derived from Nationaal Archief. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.