ROMA – “Secondo me a breve dovremmo interrompere, per una questione anche etica, la fornitura di gas dalla Russia” e nell’arco di 18 mesi, “entro il secondo semestre dell’anno prossimo potremo cominciare veramente ad avere una quasi totale indipendenza” dalle forniture russe, ha dichiarato – in un’intervista riportata da La Stampa – il ministro della Transizione ecologica, Cingolani, per il nuovo libro di Alan Friedman “Il Prezzo del futuro”.
“La nostra strategia è di sostituire questi 29 miliardi di metri cubi di gas che arrivano ogni anno in Italia dalla Russia attraverso il gasdotto del Tarvisio con altrettanto gas che però deve essere prodotto da Paesi che si trovano in continenti diversi e che sono anche loro connessi ai gasdotti”, ha spiegato. “Rispetto a tutti gli altri paesi europei noi abbiamo il vantaggio di avere cinque gasdotti che ci collegano a nord, a sud e a est. Ovviamente, stiamo potenziando le rotte da sud e da est, come avete sentito c’è stato un accordo con l’Algeria” e “la strategia è basata da un lato sul fatto che noi manderemo al massimo il trasporto di gas nei gasdotti con i nuovi contratti, poi aumenteremo la capacità di rigassificazione”.
Cingolani ha detto che l’Italia ha tre rigassificatori e “ne aggiungeremo un paio che saranno galleggianti perché non devono rimanere per sempre, solo per il periodo che ci serve”. L’interruzione del gas russo è un fatto etico, ha ribadito, perché “con l’energia diamo quasi un miliardo di euro al giorno alla Russia, e capite bene che stiamo indirettamente finanziando la guerra”.