ROMA – Le micro e piccole imprese non possono pagare il conto del potenziamento dell’ecobonus. Lo sconto in fattura penalizza e soffoca imprese che sono già al limite per la crisi economica provocata dal Covid-19. È “positiva la volontà” annunciata ieri dal premier Giuseppe Conte “di elevare fino al 100% le detrazioni per i lavori di efficientamento energetico e per l’edilizia sostenibile”. Ma per la CNA sarebbe “inaccettabile se il rafforzamento degli incentivi si trasformerà in nuovi e pesanti oneri a carico delle piccole imprese che dovrebbero anticipare ai clienti l’intero ammontare del beneficio fiscale riconosciuto dallo Stato, tanto più in una fase di straordinaria emergenza”.
Sul meccanismo dello sconto in fattura anche l’Autorità Antitrust si è espressa in più occasioni sottolineando che rappresenta uno strumento distorsivo della concorrenza. La CNA è disponibile a collaborare con l’esecutivo per definire misure efficaci a superare la fase di crisi acuta dei settori dell’edilizia, dell’impiantistica e dei serramenti. Al riguardo rinnova la proposta di trasformare le detrazioni in titoli di credito cedibili alle banche. Si tratta di “una misura che avrebbe uno straordinario effetto volano, già nel primo anno di applicazione produrrebbe 5 miliardi di euro di giro d’affari aggiuntivo e 30mila nuovi posti di lavoro”.
Inoltre per Cna l’annuncio del presidente del consiglio di un intervento da 15 miliardi nel prossimo decreto a favore delle imprese “rappresenta un impegno sicuramente rilevante, in relazione al quadro di finanza pubblica delineato nel DEF, ma purtroppo non adeguato a ristorare gli immensi danni non recuperabili che quasi tutti i settori dell’economia stanno accusando”.
CNA pertanto chiede che gli attesi e necessari indennizzi a fondo perduto siano destinati alle imprese più penalizzate dal lockdown, prioritariamente micro e piccole, e con minori possibilità di recuperare anche parzialmente il fatturato perduto.