“Il brano è ispirato da un ricordo d’infanzia quando giocavo con i gusci di noci trasformati in barchette che navigavano sul ruscello di Rothenbach, in Svizzera”
Sarà disponibile da giovedì 6 gennaio su tutte le principali piattaforme digitali ‘Colibris’, il nuovo singolo di Morgan Fascioli. Pubblicato dall’etichetta discografica PlayCab, il brano verrà distribuito in oltre 250 negozi online, tra cui Spotify, Apple Music, iTunes, Amazon e Google Play. Dopo “Call Home”, “Colibris” è il secondo singolo del compositore abruzzese.
Morgan Fascioli ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Colibris” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
«Colibris è un brano ispirato da un ricordo d’infanzia, quando si giocava con i gusci di noci trasformati in barchette che navigavano sul ruscello di Rothenbach in Svizzera. Il sound è morbido e delicato e – con il dovuto rispetto – credo possa ricordare quello del primo Pat Metheny Group. Il tema è affidato al flicorno e al sassofono tenore, che sono invece reminiscenze delle sonorità del quintetto di Tom Harrel».
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
«Il brano traduce in note i colori, le sensazioni e le immagini di un ricordo che unisce la suggestione del paesaggio alla spensieratezza di un bambino, al fine di avere uno strumento – quello musicale – in grado di emozionare andando oltre le parole e quindi le singole limitanti lingue».
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
«Spero che questo pezzo sia accolto con curiosità e benevolenza dal pubblico che vorrà ascoltarlo. Poi, vivendo in questo particolare momento in cui una pandemia ha di fatto cambiato la nostra vita da ormai due anni, spero che la mia musica possa fare vivere qualche minuto di pace e serenità: cose che in questo periodo, purtroppo, non sono affatto scontate».
Sei un musicista polivalente, come nasce questa tua inclinazione?
«Sono stato sempre curioso di scoprire nuove frontiere e questo mi ha portato a vivere la musica a tutto tondo. Partito dalla batteria, sono rimasto affascinato dal suono delle percussioni etniche e, contemporaneamente, ho iniziato a studiare il pianoforte al fine di allargare i miei orizzonti musicali. L’ideale modo di tesaurizzare questo mio percorso è stato quello di studiare composizione e arrangiamento, in modo da trasformare al meglio in musica i sentimenti che ho dentro».